Profughi a Poncarale, il sindaco attacca: scalvacati da chi lucra

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Il sindaco di Poncarale Giuseppe Migliorati è “amareggiato e preoccupato” per la gestione dei profughi nella nostra provincia, dove “qualcuno li usa per aumentare la propria visibilità politica, qualcun altro invece li considera un’opportunità imprenditoriale”, quando invece “per me sono semplicemente delle persone che hanno bisogno di essere aiutate, poche o tante che siano”.

In una nota in cui racconta l’iter che lo ha portato a firmare “il protocollo per cercare un posto per ospitare i nostri 4 amici in difficoltà fiduciosi di poterli presentare alla comunità con le carte in regola per essere accolti”, Migliorati racconta anche la successiva amarezza nel “constatare che tutta le buone intenzioni dimostrate da me e dagli atri sindaci che hanno partecipato giudiziosamente al tavolo prefettizio della trattative possano essere rapidamente scavalcate dalla scaltrezza di qualcuno che opera semplicemente a scopo di lucro”.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELLA NOTA:

Qualcuno li usa per aumentare la propria visibilità politica. Qualcun altro invece li considera un’opportunità imprenditoriale. Per me sono semplicemente delle persone che hanno bisogno di essere aiutate, poche o tante che siano.

Da un paio di mesi circa incombe la problematica “profughi” anche sul comune di Poncarale, quasi che il loro arrivo costituisca una sorta di pericolo imminente. Per attenuare l’impatto dell’arrivo di queste persone, ho deciso di aderire al progetto propostomi a suo tempo dal Sindaco di Palazzolo Gabriele Zanni, ovvero scegliere di accettare una quantità minima di persone in modo da evitare che si creino situazioni difficilmente gestibili. Ho ritenuto procedere rassicurato dal fatto che dietro tutto questo progetto ci siano persone che provengono dal terzo settore, cioè professionisti con l’esperienza sufficiente per sapere come trattare l’argomento. Firmato il protocollo ci siamo messi a cercare un posto per ospitare i nostri 4 amici in difficoltà fiduciosi di poterli presentare alla comunità con le carte in regola per essere accolti. Ma tutto è precipitato quando la prefettura mi ha informato che sarebbero stati aggiunti altri 15 profughi ai miei già probabili 4 in quanto qualcuno aveva dato la disponibilità per ospitarli in quel di Poncarale in una struttura da lui reperita. Gli ultimi giorni sono stati un fitto intrecciarsi di telefonate e di colloqui con la prefettura per vedere di risolvere la situazione e capire come evitare di ritornare al punto di partenza, ovvero con la prospettiva di un contesto confuso e mal gestito. Purtroppo il viceprefetto mi lasciava poche speranze, informandomi che le quote messe a bando dovevano essere assegnate come previsto dalla graduatoria che sarebbe stata approvata di lì a poco, anche se in via provvisoria.

La settimana scorsa quindi la prima svolta: la nota ricevuta e protocollata in data 22/06/2015 ci comunicava la graduatoria degli Enti Gestori dei Centri presso cui alloggiare i migranti in immobili di proprietà privata di terze persone sono stati autocertificati nell’offerta suindicata come “ idonei ad ospitare 14 persone”. La visura catastale resa dall’ufficio tecnico comunale di Poncarale dava subito la sua prima relazione: dei due immobili indicati, uno ha destinazione d’uso commerciale, e uno ha una superficie di 80 mq circa. L’ autocertificazione è quindi inequivocabilmente in conflitto con la normativa vigente in materia urbanistica, edilizia e d’igiene in quanto, come si evince chiaramente dalla relazione tecnica tali immobili non possono ospitare più di 5 persone che, calcolando la disposizione dei locali, sono anche troppe.

Torno a mettere in evidenza quanto il Comune di Poncarale avendo aderito all’accordo territoriale per l’accoglimento dei profughi, abbia dimostrato serietà e spirito di collaborazione verso un problema emergente e verso chi se ne sta facendo carico. Soprattutto affermando, con la sottoscrizione del protocollo, la necessità di intervenire responsabilmente a sostegno dell’azione prefettizia con la consapevolezza di essere da esempio anche ai Comuni più refrattari, mentre, la circostanza verificatasi a Poncarale, oltre che ad essere nel complesso poco chiara, è stata invece condotta da altri privatamente e senza coinvolgere il Comune di Poncarale che appunto aveva espresso a priori la propria disponibilità a strutturare delle realtà sostenibili e prive di ricadute sociali sul territorio.

Esprimo quindi in fine tutte le perplessità e le preoccupazioni originate dall’approccio imprenditoriale palesemente espresso a viva voce dal rappresentante della società aggiudicatrice, metodo che poco si accosta alla grave casistica di questo problema, oltre all’amarezza di constatare che tutta le buone intenzioni dimostrate da me e dagli atri Sindaci che hanno partecipato giudiziosamente al tavolo della trattative possano essere rapidamente scavalcate dalla scaltrezza di qualcuno che opera semplicemente a scopo di lucro.

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