La grande guerra: lunedì 10 il convegno che racconta l’apporto tecnico-scientifico del conflitto

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Fondazione Luigi Micheletti e la Fondazione Musil sono promotori di un importante progetto, La Grande Guerra: 2014/2018, che riconosca il valore storico e culturale della memoria degli eventi riferiti al periodo nella Prima guerra mondiale, quale requisito imprescindibile per la capacità di pensare e progettare il nostro futuro.

Il progetto prevede un ciclo di incontri pubblici di approfondimento e di discussione di tipo divulgativo-scientifico, distribuiti lungo l’asse temporale 2014/18. La Grande Guerra: 2014/2018 vuole essere un progetto partecipativo, e condiviso da più soggetti, per costruire un percorso di sviluppo comune utile, anche, a promuovere e diffondere la conoscenza del patrimonio storico delle industrie bresciane, valorizzandone il contributo tecnico, scientifico ed economicosociale. Con questo obiettivo è stato organizzato il primo convegno dal titolo Scienza, tecnica, industria in Italia durante la Grande Guerra che si terrà, Lunedì 10 novembre a Brescia presso la Chiesa di San Giorgio, con il patrocinio del Presidente della Provincia di Brescia, del Comune di Brescia, dell’Associazione Industriale Bresciana e, con il contributo, di Beretta Holding.

Tra i partner scientifici: Fondazione AEM, Politecnico di Milano, Istituto per la storia dell’età contemporanea, Istituto Lombardo di Storia Contemporanea, Associazione per la Storia delle Scienza e della Tecnica in Italia nell’età dell’industrializzazione (ASSTI) e, infine, adesione dell’Associazione delle Istituzioni di cultura italiane (AICI). Il convegno ha ottenuto il logo ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale. Obiettivi del convegno

Se la Grande Guerra fu il conflitto più devastante fino allora conosciuto dall’umanità, fu anche perché i mezzi messi allora a disposizione delle forze belligeranti ebbero una potenza mai prima raggiunta. E ciò per il nesso sempre più stretto che nel corso del secolo precedente si era creato fra scienza, tecnica e industria. Negli oltre quattro anni del conflitto gli ambienti tecnico-scientifici furono ampiamente mobilitati nei diversi Paesi, con esiti di vario ordine, destinati a far sentire i loro effetti anche a molta distanza di tempo.

Partendo da queste premesse, il convegno del 10 novembre intende approfondire: a) i modi in cui avvenne la mobilitazione delle diverse categorie di tecnici e di scienziati in Italia; b) gli specifici problemi che le diverse categorie di esperti, e le istituzioni in cui operavano, si trovarono ad affrontare durante gli anni del conflitto; c) le forme di integrazione che, per impulso degli organi politici e militari, furono realizzate dagli ambienti tecnico-scientifici fra di loro e con i settori produttivi maggiormente sollecitati dalle esigenze della guerra; d) l’impegno e gli atteggiamenti che singole personalità, particolarmente rappresentative in campo scientifico e tecnico, tennero nei confronti del conflitto e dei problemi che questo pose al centro del dibattito pubblico.

Il convegno si articolerà in tre sessioni così organizzate.

1 – Nella prima saranno esaminate le posizioni di quattro esponenti emblematici della cultura tecnico-scientifica italiana, quali Colombo, Volterra, Burzio e Belluzzo e il loro modo di atteggiarsi di fronte ai problemi della mobilitazione e degli interventi da mettere in campo per risolverli in modo adeguato.

2 – Nella seconda sessione saranno affrontati, con un confronto diretto e serrato, i principali temi che, posti in evidenza dal ’14 al ’18, furono dibattuti dalle varie categorie di scienziati, in particolare i fisici, i chimici, i matematici e i medici italiani.

3 – Nella prima parte della terza sessione saranno considerate le scelte che furono

fatte durante il conflitto dalle principali strutture formative e di ricerca, nonché gli effetti che la mobilitazione e la partenza di docenti e di studenti produsse, a breve e a lungo termine, nella vita delle istituzioni oltre che nelle attività dei singoli scienziati e dei gruppi più allargati.

Nella seconda parte di questa terza sessione saranno messi a fuoco i problemi che furono affrontati dall’industria chimica, dalle manifatture bresciane e da alcune imprese strategiche, quali la Pirelli, la Caproni, l’Azienda elettrica municipale di Milano impegnate ad adeguare le loro capacità produttive in linea con le esigenze dello sforzo bellico, sfruttando le potenzialità tecnico-scientifiche disponibili. Gli esiti del convegno saranno raccolti e organizzati per la pubblicazione in apposito volume.

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