Sono state consegnate in AIB le borse di studio da 250 euro che AQM ha voluto intitolare all’imprenditore siderurgico Aldo Artioli, che di AQM fu a lungo consigliere e amministratore delegato. I premi sono andati a Simone Andreoli, Matteo Petruzzi e Paolo Tonni, tre studenti dell’IIS Castelli che hanno superato brillantemente l’esame di maturità nel 2014.
Marco Bonometti, presidente di AIB, sottolineando l’importanza delle eccellenze nella scuola come condizione per avere imprese competitive, ha ricordato che, oltre al riconoscimento del merito, con la cerimonia è stata data concretezza anche ad altri principi irrinunciabili tra i quali il consolidamento del rapporto tra scuola e impresa, la valorizzazione dell’istruzione tecnica, l’illustrazione degli scopi della Fondazione Castelli, un esempio bresciano di “sistema”, in cui le aziende private vanno a compensare le sempre più ridotte disponibilità di risorse pubbliche, favorendo in particolare l’aggiornamento degli impianti nei laboratori degli istituti e le dotazioni didattiche. Alla cerimonia erano presenti oltre cento giovani allievi dell’IIS Castelli che quest’anno affronteranno la maturità.
Paola Artioli, vice presidente di AIB per l’education e presidente della Fondazione AIB che aggrega tutte le realtà che a livelli diversi si occupano di formazione in AIB, sottolineando l’importanza dell’istruzione tecnica per l’industria bresciana, ha ricordato l’impegno di Associazione Industriale Bresciana nell’alternanza scuola lavoro, ovvero della complementarietà tra le conoscenze acquisite in aula e le competenze accumulate in azienda.
All’incontro erano presenti l’amministratore delegato di AQM Gabriele Ceselin e il presidente della Fondazione Castelli , Giuliano Baglioni, che ha illustrato compiti e obiettivi della Fondazione, nella quale partecipano numerose e importanti imprese bresciane con l’obiettivo di sostenerne l’attività.
L’ing. Simonetta Tebaldini, dirigente scolastico dell’IIS Castelli, ha infine sottolineato che l’attività di una scuola tecnica come il Castelli non può procedere senza un collegamento con l’industria bresciana nella quale poi i giovani diplomati andranno a lavorare.