Non si tratta di semplici indiscrezioni, la Procura di Brescia ha aperto un fascicolo a carico di tre persone. La vicenda sta assumendo sempre più i tratti di una storia di spionaggio internazionale. Al centro di tutto ci sono disegni industriali, progetti e informazioni tecniche che quattro dipendenti della Marzoli di Palazzolo, azienda del gruppo Camozzi, avrebbero passato, o tentato di passare, ad un’azienda concorrente cinese che opera anche in Italia.
Il caso è spiegato stamane sulle colonne di Bresciaoggi. A quanto si sarebbe appreso (non tramite la dirigenza della Marzoli, che a tal proprosito ha preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali), qualcuno avrebbe sentito quattro dipendenti discutere della questione durante la pausa mensa. L’indagine interna ha portato a conoscenza dell’offerta ricevuta dai quattro tecnici per passare alle dipendenze della concorrenza cinese, portando oltre alla loro esperienza anche i disegni delle macchine tessili per le quali la Marzoli è famosa in tutto il mondo.
Lo scorso 20 febbraio i quattro sono stati cautelativamente sospesi, e l’ufficio legale della Camozzi si è rivolto alla Procura che la scorsa settimana ha aperto il fascicolo a carico di tre dei quattro.
(a.c.)
Ma bravi i furbetti ,…per un pugno di €uro mettono a rischio l’attività industriale centenaria , oltre al fatto che a farne le spese sono i 180 dipendenti !!
E questi avevano tutta la fiducia di Camozzi , ..adesso cercatevi un’altro lavoro !!
DI SICURO ADESSO IL SINDACATO DIRA CHE SONO DEI POVERI OPERAI BISOGNOSI CHE NON SI POSSONO CONDANNARE
DI sicuro no. E perché mai, visto che tra l’altro lo spionaggio danneggia sia i proprietari ma anche i lavoratori.
Metteteli in galera e buttate le chiavi!