Nuovo centro commerciale a Gussago, ​pro Lombardia Indipendenza: non è stato chiesto il consenso ai cittadini

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A Gussago è in costruzione il terzo centro commerciale-residenziale. Nel Consiglio comunale dell’8 luglio la maggioranza della lista civica "Gussago Insieme" e del Sindaco Bruno Marchina ha approvato la costruzione del centro residenziale-commerciale nell’area Caporalino con l’aumento della media struttura di vendita da 800 metri cubi a oltre 2100. Un progetto che non piace al gruppo di Pro Lombardia Indipendenza che accusa la giunta di aver dato l’ok al centro senza avere il consenso preventivo dei cittadini.

DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE

Se a Gussago lo Statuto comunale avesse recepito gli istituti della democrazia diretta (come avviene in Svizzera, Paese dalla plurisecolare tradizione democratica) , i cittadini avrebbero deciso se confermare o meno la scelta del Sindaco e della sua maggioranza; invece oggi i cittadini che intendono esprimere il loro dissenso non hanno nessuno strumento per farlo, se non quello di sfogare la loro rabbia sui muri adiacenti al cantiere con una bomboletta spray o aspettare pazientemente le prossime elezioni comunali tra tre anni.

Pro Lombardia Indipendenza durante le elezioni comunali nel 2012 aveva proposto di inserire nello Statuto comunale forme di democrazia diretta e anche successivamente all’insediamento del nuovo Consiglio comunale aveva contattato tutti i gruppi politici eletti con l’intento di concordare un progetto condiviso per la riforma dello Statuto, ma nessun partito (neppure il Movimento 5 Stelle che aveva fatto della democrazia diretta una sua bandiera) decise di aderire. Risultato? I nostri cari Sindaci potranno continuare a sacrificare il nostro territorio in base a logiche molto lontane dalla tutela ambientale e sociale!

È lecito domandarsi cosa intende esattamente pro Lombardia Indipendenza quando parla di democrazia diretta e che tipo di cambiamento produrrebbero in concreto questi istituti nella vita della nostra comunità: eccoli. Referendum deliberativo (senza quorum) : con la raccolta di un numero adeguato di firme a sostegno della propria proposta, i cittadini potrebbero votare per una delibera comunale senza passare dagli esponenti eletti in Consiglio comunale. Se la maggioranza dei votanti approvasse il testo referendario, la delibera entrerebbe in vigore e il Sindaco sarebbe obbligato a promulgarla. Referendum confermativo (senza quorum) : alcune decisioni che un Sindaco e una Giunta comunale devono prendere sono troppo importanti per non far intervenire la popolazione in merito, come la costruzione di un centro commerciale, di un centro sportivo o di una centrale energetica (come è accaduto nella vicina Rodengo Saiano). Proponiamo che in automatico, dopo un permesso per la costruzione di determinate infrastrutture, venga indetto un referendum per chiedere ai cittadini se intendono confermare o no l’azione del Sindaco. Se il referendum bocciasse la delibera comunale, questa sarebbe automaticamente cancellata. Difensore civico: è una figura nata per difendere gratuitamente i cittadini che ritengono di aver subito un torto dalla pubblica amministrazione. Lo stato italiano ha abolito questa figura a livello comunale, ma potrebbe essere istituita a livello sovra-comunale, ad esempio da tutti i Comuni della Franciacorta. Revoca degli eletti: attualmente i cittadini votando conferiscono una delega in bianco ai propri rappresentanti. Coloro che in campagna elettorale promettevano tutela dell’ambiente e del territorio, una volta eletti, potrebbero al contrario compiere scelte politico-amministrative nella direzione opposta, ad esempio favorendo la cementificazione o lo sviluppo abnorme della grande distribuzione. In questo caso, se i cittadini ritenessero violati i patti elettorali tra elettori ed eletti potrebbero, tramite referendum, revocare il mandato a Sindaco e Giunta prima della scadenza naturale delle loro cariche.

Facile intuire perché queste proposte sono state e sono sistematicamente boicottate dai politici di professione e dai partiti, anche a Gussago: la democrazia diretta restituirebbe la sovranità (il potere di decidere) ai suoi legittimi proprietari, i cittadini, e limiterebbe l’autoreferenzialità degli eletti: il Sindaco, la Giunta e il Consiglio comunale non godrebbero più di cariche elettive sostanzialmente senza vincolo di mandato, ma sarebbero sottoposti al controllo e al giudizio costanti dei cittadini; i nostri rappresentanti non potrebbero più esercitare il potere in modo arbitrario e non sarebbero più corruttibili dai poteri forti economici e dalle lobbies (come quella del mattone!) perché sarebbero costantemente sotto il controllo attivo della cittadinanza; i cittadini diventerebbero pienamente consapevoli dei propri diritti, si abituerebbero a deliberare su problemi circoscritti e concreti (al di fuori delle sterili contrapposizioni ideologiche) e sarebbero naturalmente spinti ad occuparsi direttamente della cosa pubblica e del bene della propria comunità.

Deludente il Sindaco Prof. Bruno Marchina che, essendo a capo di una lista civica, avrebbe potuto valutare le nostre proposte in modo pragmatico e senza il veto scontato della segreteria politica di un partito tradizionale: invece, il Sindaco ha preferito, in una lettera ufficiale, nero su bianco, sconfessare l’iniziale attenzione che aveva dimostrato e criticare "forme di assemblearismo sganciate da quorum e soglie minime" contrarie all’esigenza della "governabilità". Pazienza se i quorum sono previsti ormai solo nelle legislazioni degli Stati dell’ex blocco sovietico, pazienza se i cittadini hanno la maturità per votare sempre (e non solo ogni cinque anni per scegliere il nuovo Sindaco) : quello che interessa a partiti e "liste civiche" è che il manovratore non venga disturbato! Alla faccia della sovranità che appartiene ai cittadini!

Dario Pederzani

​pro Lombardia Indipendenza

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