“Spese pazze” in Regione Lombardia: chiesta l’archiviazione per tre bresciani

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Cade l’accusa di peculato. I soldi li hanno spesi per “l’espletamento del mandato consiliare”, anche nei casi in cui le spese “risultavano sprovviste di adeguata (e ragionevole) giustificazione”. Dopo mesi di conteggi e verifiche, la procura di Milano ha chiesto l’archiviazione della posizione di 33 consiglieri ed ex consiglieri della Regione Lombardia finiti nell’inchieste sui presunti rimborsi gonfiati.

Tra di loro ci sono anche 3 bresciani: l’ex assessore alla Casa Mario Scotti (Udc), Guido Galperti (Pd) e Gianluigi Guindani (indipendente Pd), ma anche Giampietro Borghini (Pdl, nato a Brescia ma residente a Milano). Secondo la procura medeghina sarebbe “scarsa la rilevanza economica del totale dei rimborsi richiesti” tanto da far credere ali inquirenti che gli indagati fossero “estranei a quella volontà di approffittamento illecito delle risorse pubbliche”.

Ora spetterà al gip confermare la richiesta di archiviazione. Per gli altri indagati, invece – tra cui ci sono sette bresciani (Mauro Parolini per 16.721 euro, l’ex assessore Margherita Peroni per 80.366 euro, Vanni Ligasacchi per 3.668 euro e avvisi di garanzia per peculato per i leghisti Monica Rizzi per 25.857 euro, Enio Moretti per 35.666 euro, Alessandro Marelli per 30.863 euro e Pierluigi Toscani per 32.407 euro) – a procura sta per terminare le indagini, verso il rinvio a giudizio.

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1 COMMENT

  1. Quando leggo queste notizie l’unico commento che mi sento di fare e un "no comment" in quanto mi viene spontaneo pensare da chi siamo governati e se veramente sono così vicini ai problemi della gente comune o purtroppo hanno perso il contatto con la realtà

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