Via Ancona, nella falda sotto l’ex Forzanini è emergenza cromo esavalente

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Nella zona della Caffaro di via Milano è emergenza pcb, in via Ancona invece è il cromo esavalente a preoccupare i residenti della zona. La responsabilità di quest’ultima sembra essere della “Forzanini”, l’ex azienda galvanica attiva fino a qualche anno fa al civico 62 di via Ancona. I dati rilasciati da Arpa sulla concentrazione di cromo esavalente nella falda della zona parlano di 1500 microgrammi per litro. Non si tratta certo di una novità. E’ nuova però la decisione dell’ex azienda di non bonificare la falda per mancanza di soldi. La proprietà, il cui titolare non è più vivente, infatti ha rimandato la responsabilità della messa in sicurezza della falda alla Loggia.

Da parte sua la Loggia confida nella videoconferenza in programma per martedì 10 dicembre con Ministero e Regione. Via Ancona si trova in piena area Caffaro e perciò dovrebbe essere di competenza e del dicastero dell’Ambiente, a cui spetterebbero anche i costi dell’intervento. Le casse del dicastero però non possono sostenere la bonifica, così come quella del Comune. Una soluzione tampone potrebbe essere quella di iniettare nell’acqua alcuni reagenti biologici (come è già accaduto per la Baratti-Inselvini) che trasformano il cromo esavalente nel meno tossico cromo trivalente e sono capaci di abbattere fino a 10 volte gli inquinanti presenti. Rimane da appurare se le pompe idrovore per evitare la risalita della falda sono in funzione o meno in via Ancora 62.

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1 COMMENT

  1. Come scritto,non si tratta certo di una novità. Siamo messi peggio dell’ILVA e della Campania messe insieme. E non certo per colpa di extracomunitari. come qualcuno ha scritto, ma di bresciani d.o.c,

  2. Comecomecome? Operosi imprenditori brescianissimi si sono arricchiti avvelenando l’ambiente ed i loro concittadini e ora se ne infischiano dei danni e scaricano i costi di bonifica su tutta la società? Roba da non credere, dev’essere una notizia falsa diffusa da qualche comunista! E anche se fosse vero, i problemi principali sono gli immigrati, la movida che disturba e la famiglia tradizionale secondo il rispetto delle nostre radici cristiane.

  3. Quella che l’articolo chiama emergenza in realtà dura da decenni. Che poi il termine derivi da emergere sa, oltretutto, di beffa, visto il tipo di inquinamento. Forse è meglio anche ricordare l’inquinamento Baratti Inselvini, anche qui decennale e stratosferico, avvenuto, ma guarda un po’, sotto gli uffici dell’ASL. Così, tanto per ricordare in che mani è affidata la nostra salute.

  4. ATTENZIONE AI PROCURATI ALLARMI IL PROBLEMA E’ TRENTENNALE IN QUELLA ZONA.
    GROSSA IMPRECISIONE, LA ZONA NON E’ NEL SITO CAFFARO CHE ARRIVA FINO ALL FERROVIA MILANO BRESCIA
    INFORMIAMOC I PRIMA DI DIRE C…….TE.

  5. Bene fa chi cita il caso della Baratti & Inselvini con un contenzioso tuttora aperto con il Comune di Brescia storico senza che anche lontanamente si giunga ad una soluzione, ad un risarcimento, ad un qualsiasi tipo di ristoro del danno subito dalla comunità e dall’ambiente. Cornuti e mazziati, da cittadini, come in decine di altre cause e disastri ambientali. Troppe cose non si sanno e restano chiuse nelle segrete stanze del potere nel nome della democrazia rappresentativa. Sveglia !

  6. Di segreto nel caso Baratti e Inselvini non c’è nulla. Dati e notizie riportate sui giornali, messa in sicurezza di emergenza, processo (con condanne ridicole), bonifica pagata (per ora) dalla proprietà. Il problema è che i pentacosi si occupano di ambiente solo quando fa notizia e quando possono politicamente sciacallare visibilità. Per il resto solo fuffa e molta ignoranza.

  7. Impreciso mi sembra Lei. Il Sito di Interesse Nazionale ha confini diversi a seconda che si tratti di suoli o di falda. I confini della falda sono molto più ampi di quelli dei suoli e si estendono anche a sud della ferrovia. Informiamoci prima di dire sorate.

  8. Di che colore erano le amministrazioni di quei trent’anni? pensa che per un pò di tempo al potere, a brescia, c’erano pure i Verdi|

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