Riva chiude gli impianti in Valle Camonica. A casa 430 operai

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Tre stabilimenti chiusi a Sellero, Malegno e Cerveno. La Valle Camonica trema. Complessivamente sono 430 le persone che da ieri pomeriggio sono ferme, a casa, con inevitabili timori circa il loro futuro. Tutto è diretta conseguenza degli sviluppi dell’inchiesta Ilva di Taranto, con i magistrati che il 9 settembre hanno disposto il sequestro preventivo che – parole della società – sottrae all’azienda ogni disponibilità degli impianti e determina il blocco delle attività bancarie, impedendo pertanto la normale prosecuzione operativa.

Oggi alle ore 13 è stata fissata la convocazione dei lavoratori da parte delle sigle sindacali. L’obiettivo, assieme all’Associazione industriale bresciana (leggi la nota del presidente bresciano Marco Bonometti), è quello di sensibilizzare il Ministero per trovare in tempi rapidissimi una soluzione che faccia ripartire la produzione. Oltre ai 430 addetti camuni a livello nazionale nell’indotto Ilva sono coinvolti altri 600 operai. Oltre a ciò sono centinaia anche gli addetti di società satellite, come quelli della Cilindri di Brescia, facente parte del gruppo Ilva-Riva Fire.
(a.c.)

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6 Commenti

  1. Tutto questo accanimento contro uno dei pochi settori industriali italiani(quello della siderurgia in genere) ancora relativamente forte e competitivo mi sembra tanto una strategia chiara e ben definita.L’Italia oramai è ad un livello di deindustrializazione acuto. Il settore agro/alimentare è quasi completamente in mano di multinazionali straniere che fanno il bello e cattivo tempo; il settore settore chimuco è stato distrutto e smantellato con politiche suicide; etc per gli altri settori industriali. Se chiudono le nostre aziende siderurgiche chi prenderà la loro quota di mercato? Turchia e Cina…..
    E gli italiani faranno tutti i camerieri, i suonatori di mandolino per i nuovi padroni!!!

  2. certo che bisogna fare di tutto per salvare le attività produttive. ma i danni della devastazione a Taranto compiuta dalle aziende dei Riva, con migliaia di persone con il cancro chi la paga? chi paga la bonifica? i magistrati devono fare il loro lavoro e tutelare gli interessi della cittadinanza di Taranto. I Riva non possono scaricare le loro colpe sugli operai.

  3. Si parla di svariati miliardi di euro di beni sequestrati alla famglia Riva. Ne bastava circa uno per investire nella corretta manutenzione degli impianti e quindi nella tutela dell’ambiente e nella salvaguardia della salute pubblica. Allora, guardiamo in faccia anche un certo stile imprenditoriale tutto italico il cui motto era ed è spesso, come diceva una canzone di Orietta Berti, fin che la barca va lasciala andare e…intanto si accumula qualche miliardata.Si parla di svariati miliardi di euro di beni sequestrati alla famglia Riva. Ne bastava circa uno per investire nella corretta manutenzione degli impianti e quindi nella tutela dell’ambiente e nella salvaguardia della salute pubblica. Allora, guardiamo in faccia anche un certo stile imprenditoriale tutto italico il cui motto era ed è spesso, come diceva una canzone di Orietta Berti, fin che la barca va lasciala andare e…intanto si accumula qualche miliardata.

  4. Domanda : sapete chi sono i proprietari reali della "famosa" Caffaro che ha inquinato per anni la zona di via Milano….Stanno per caso pagando la bonifica??O , la stessa verrà pagata (chissà quando verrà fatta..)dallo Stato italiano….In Italia si socializzano le perdite e si privatizzano gli utili . FIAT docet.Riguardo al gruppo Riva e prosaico dire che deve pagare la bonifica delle aree inquinate. Ma se i signori magistrati gli bloccano la vendita del prodotto finito o gli sequestrano gli attivi dei conti correnti , questi signori cosa debbono fare??? Su cari economisti e giudici in pectore fatemi spere. Siamo ridotti al livello di una debole nazione, senza industrie strategiche , senza (quasi) più piccola e media impresa meccanica!Ma vi rendete conto a che punto ci stanno portando questi politicanti???E poi nominano il dottor Sottile alla corte costituzionale…Com e direbbe il buon Totò: "ma mi faccia il piacere".

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