Inadeguatezza tecnologica, limiti logistici e standard di mercato evolutisi rapidamente. Questo il mix di fattori che, assieme a molti altri, porteranno alla chiusura definitiva del sito Agfa di Manerbio. A sciogliere ogni dubbio sul futuro della fabbrica manerbiese, e su quello delle oltre 120 famiglie dei lavoratori coinvolti, è il dettagliato business-plan dell’azienda internazionale che 13 anni fa acquisì la vecchia Lastra. Anzi: il destino del sito di Manerbio sarebbe stato scritto fin da allora, quando a detta dei vertici dell’azienda si decise sì di acquisire la fabbrica, ma con l’obiettivo poi di raggruppare tutta la produzione in un unico sito a livello nazionale, presso Vallese.
Da allora i cambiamenti tecnologici e gli scenari internazionali hanno profondamente cambiato le prospettive, ma non il progetto di chiudere a Manerbio, dove a dir la verità la chiusura è stata posticipata rispetto ai piani che parlavano di 2009 come fine dei lavori.
Nel business-plan dell’azienda, riportato in una notizia su Bresciaoggi, l’Agfa parla chiaramente di costi insostenibili del sito di Manerbio (che, ricordiamolo, produce lastre analogiche per la stampa tipografica), fuori mercato, e anche di limiti tecnologici tali che l’unica soluzione sarà quella di chiudere, per non accumulare ulteriori debiti. A questo punto la missione del tavolo ministeriale convocato per il 3 settembre è pressoché disperata.
(a.c.)