Sul contratto di quartiere il coordinamento cittadino del PdL manifesta il suo apprezzamento per quanto fin qui fatto dalla Loggia in tema di attenzione alla questione del disagio sociale. “Il contratto di quartiere, bando attraverso il quale il Comune di Brescia ha ottenuto i fondi per collocare altrove i residenti nella torre Tintoretto, è innanzitutto uno strumento per risolvere drammatiche situazioni di disagio, ancor prima di occuparsi della residenzialità, considerato che condizioni di vita di chi ha abitato nella torre sono al limite della decenza “ dichiara il coordinatore cittadino del PdL Stefano Saglia.
“Sono state attivate diverse iniziative quali Punto Incontro, Spazio Mamma e corsi di alfabetizzazione; queste iniziative hanno coinvolto in maniera attiva 48 anziani per favorire la socializzazione e l’inserimento, 16 madri e 20 bambini” prosegue la portavoce Mariachiara Fornasari, consigliere comunale in Loggia che aggiunge che “vari interventi sono stati attuati anche in tema di prevenzione della dispersione scolastica: infatti sono stati attivati programmi di sostegno didattico ed alfabetizzazione nell’anno scolastico 2010-11 e 2011-12 di cui hanno beneficiato 67 minori.”
“Sono stati inoltre individuati 60 disoccupati a cui è stata sottoposta una scheda di approfondimento, finalizzata all’analisi del bisogno al fine di trovare per loro soluzioni soddisfacenti; sono state attivate diverse strade quali interventi di tirocinio lavorativo preceduti da corso di lingua italiana, interventi di formazione specifica; azioni di ricerca attiva di lavoro e corsi di formazione.” dichiara Saglia, specificando che “si prevede di terminare l’analisi del bisogno a metà del 2016”.
“Sul piano economico è stata stimata una spesa, per il 2012, di € 360.000” aggiunge Angelo Piovanelli, responsabile welfare del coordinamento PdL, “di cui € 80.000 per i soli traslochi”. “Molti ex residenti della Torre sono stati collocati a San Polino nel complesso BIRD, fiore all’occhiello del Comune e riconosciuto anche dall’Unione Europea come esempio di buona prassi in quanto completamente privo di barriere architettoniche e ad impatto ambientale quasi pari a zero” conclude Mariachiara Fornasari.