Musei Civici, la Filcams-Cgil chiede risposte alla Loggia

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Con un comunicato l’organizzazione sindacale Filcams-Cgil chiede alla Loggia un incontro per discutere del futuro dei Musei Civici e del destino dei suoi dipendenti. Di seguito il testo integrale del comunicato:

Trascorso ormai più di un mese da quando è stata inviata, all’attenzione dell’Assessore alla Cultura Andrea Arcai, del Sindaco Adriano Paroli, del Direttore della Fondazione Brescia Musei Giuseppe Mazzadi e del Presidente della stessa Fondazione Fausto Lechi, una lettera, sottoscritta da decine di lavoratori, con la quale l’Organizzazione Sindacale FILCAMS–CGIL di Brescia chiedeva urgentemente ai Destinatari in indirizzo un  incontro per discutere sulla situazione dell’appalto dei servizi museali generali presso i Musei Civici e sul futuro della politica culturale del Comune di Brescia, ci troviamo purtroppo a registrare che alla data odierna ancora non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

 

Nostra intenzione, tramite il presente comunicato ed il coinvolgimento della stampa locale, è di ripetere la richiesta di incontro  con l’Amministrazione Comunale, affinché essa trovi finalmente ascolto e ne sia al contempo messa al corrente l’intera cittadinanza, essendo quello dei Musei Civici un patrimonio pubblico di inestimabile importanza, il riconoscimento del cui valore non si ferma al livello, pure rilevante, della dimensione municipale, ma addirittura si estende a livello internazionale tramite il recente conferimento dell’ambito titolo di “Patrimonio Culturale dell’Umanità”, assegnato dall’UNESCO.

 

Ciononostante, a partire dall’autunno dello scorso anno i Musei Civici bresciani hanno attraversato una serie di difficoltà, che si sono immediatamente ripercosse sulla condizione dei lavoratori addetti alle mansioni di sorveglianza, biglietteria, prenotazioni, libreria, guardaroba, custodia sostitutiva, pulizie.

 

Primo sintomo di crisi è stato l’annullamento della Grande Mostra originariamente prevista per la stagione 2011/2012, che ha comportato il venir meno di una preziosa occasione di lavoro per almeno una ottantina di operatori a tempo determinato, che di anno in anno avevano avuto l’opportunità di essere adibiti ai servizi connessi alle Grandi Mostre allestite presso il piano superiore del Museo Santa Giulia.

 

Poi è intervenuta, all’inizio del 2012, la riduzione del 20% dei servizi richiesti su tutte le sedi museali gestite dalla Fondazione Musei attualmente aperte al pubblico, che ha determinato il netto dimezzamento degli orari di apertura dei Musei del Castello (Museo del Risorgimento e Museo delle Armi), la soppressione di varie postazioni di sorveglianza presso il Museo Santa Giulia e la conseguente chiusura ad orari alterni di alcuni settori dello stesso museo.

 

Nel frattempo, questa riduzione ha reso necessario il ricorso alla cassa integrazione in deroga, per parte dell’orario di lavoro, per tutti gli operatori dei servizi museali generali in tutte le sedi dei Musei Civici bresciani, con tutte le incertezze e le ristrettezze che ciò comporta per almeno una cinquantina di lavoratori e per le loro famiglie.

 

Successivamente è arrivata la comunicazione della prossima pubblicazione di un nuovo bando di gara per l’appalto di tali servizi, a condizioni decisamente mutate e volte ad ulteriori pesanti riduzioni, anche in vista del rinvio, addirittura al 2015, della riapertura della Pinacoteca Civica Tosio-Martinengo, che da tempo era invece data per certa per l’inizio del prossimo anno.  

 

Infine è stato annunciato come quasi certo l’annullamento anche della prossima Grande Mostra, quella sulla civiltà Maya, l’evento espositivo principale della stagione 2012/2013, originariamente prevista in apertura per il tardo autunno del corrente anno.

 

Di fronte ad un quadro di così evidente depotenziamento dell’offerta museale, culturale e turistica cittadina, i lavoratori del settore, con il supporto dell’Organizzazione Sindacale FILCAMS-CGIL, hanno lanciato un grido d’allarme, in cui si intrecciano le preoccupazioni per il proprio futuro lavorativo e quelle per le prospettive d’identità storica e di sviluppo economico della città intera. Affinché questo appello non rimanga inascoltato, lo rilanciano ora affidandolo alla stampa locale.

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1 COMMENT

  1. Basta sperperare soldi con le grandi mostre! Piuttosto adoperiamoci per il reimpiego dei lavoratori in altri settore. Ma i sindacati se ne rendono conto o no. Comincino a lavorare sul serio aiutando i lavoratori a trovare un lavoro e lascino perdere la politica…

  2. I Beni Culturali, il Patrimonio di Storia ed Arte, i Musei ed anche le Mostre sono la più grande risorsa per lo sviluppo presente e futuro dell’economia italiana, ed anche di quella bresciana!! Se lavorano i Musei, lavorano anche i ristoranti, i bar, gli alberghi, i negozi, i trasporti e tutto un indotto turistico e commerciale la cui importanza può essere sottovalutato solo da chi adotta una visione miope ed arretrata del lavoro e dell’economia…

  3. Rispondo a Michael:
    non mi preoccupa chi fa politica; ogni atto civile è politico.
    Mi preoccupa chi non la fa, pur trovandosi a governare una città (ha ancora un senso l’etimologia di questa parola ?!).
    Evidentemente ci sono dei grossi vuoti istituzionali da colmare e non a caso sono le organizzazioni più vicine alla gente reale (tra cui i sindacati)a ricordarsi che senza la garanzia dei diritti fondamentali gli uomini non sono più cittadini, ma meri ingranaggi di un sistema economico ormai svincolato da quella vita che dovrebbe invece contribuire a sviluppare e garantire anche ai più deboli: si torna altrimenti a una sorta di legge del più forte e a una forma, si potrebbe dire, di selezione "innaturale" (perchè ormai politicamente legittimata) dagli echi inquietanti. Tra questi diritti c’è proprio il lavoro : basta rileggersi l’articolo 1 della nostra Costituzione per capire che l’azione dei sindacati è effettivamente "politica": ma nel suo obbiettivo più immediato, che va ben al di là di dottrine e poltrone, che è quello di fornire agli uomini i mezzi necessari per affrancarsi dalle necessità della vita materiale (sopravvivenza) per consentir loro di rapportarsi liberamente al mondo che abitano per creare i propri significati dotandolo di senso. Questa progettualità è ciò che ci distingue dalle altre specie animali. Vediamo di non tornare indietro.

  4. La CGIL Scuola chiede che le grandi mostre non si facciano e si destinino i soldi ad altri settori del Comune: la Cgil Commercio chiede che la grande mostra si faccia perchè così si perde occupazione. si mettano prima d’accordo loro e poi vadano a dialogare con Brescia Musei, datore di lavoro dei loro raprresentati.

  5. Credo che la CGIL abbia sempre auspicato, da parte del Comune, degli investimenti più oculati, in grado di conciliare le diverse istanze dei lavoratori di ogni settore; purtroppo questo non è avvenuto a causa della miopia di chi ci governa. Dinnanzi a questa situazione che definirei, con un eufemismo, "fluida" – all’interno della quale nessuno si è rivelato in grado di compiere una qualche scelta coerente (nemmeno nei confronti dei propri elettori) – ritengo sia la dimostrazione di un grande senso della realtà, da parte del sindacato, il cercare di "cavalcare" i capricci di questa giunta – aggiustando con estrema intelligenza "il tiro" se le mutate condizioni lo richiedono – per riuscire a dare comunque un senso all’accozzaglia di progetti che, in continuazione, vengono messi in cantiere (per poi essere subito abbandonati). Attraverso lo strenuo sforzo compiuto per ritagliare in questo caos gestionale uno spazio di azione concreto, la CGIL riesce a dare ai suoi rappresentati quelle risposte efficaci di cui ha bisogno chi, innanzitutto, ha bisogno di avere garantiti i diritti fondamentali, andando così a colmare, ancora una volta, gli immensi buchi neri lasciati dalla politica istituzionale.

  6. Leggo nel vostro comunicato stampa che "a partire dall’autunno dello scorso anno i Musei Civici bresciani hanno attraversato una serie di difficoltà". Se siete a conoscenza di queste difficoltà dovreste farne un cenno. Magari è su questo dato che si potrebbe incominciare a ragionare.

  7. Michael, dire che sei ignorante è proprio un eufemismo, le grandi mostre non sprecano soldi, li fanno entrare e creano economia: il turista veneto che viene a Brescia per vedere la mostra, poi a pranzo mangia al ristorante, compra il souvenir nel tal negozio, parla bene della nostra città agli amici, ai parenti.
    Brescia è stata per troppo tempo solo una città industriale la città delle fabbriche, dell’inceneritore, è ora che diventi la città dell’arte: il Duomo vecchio, la cosiddetta "rotonda" è uno dei pochi esempi di chiesa circolare rimasti, il Duomo nuovo è la terza cupola più alta d’italia dopo Roma e Firenze, per non parlare del museo delle armi in castello, uno dei più importanti d’EUROPA.
    Ci sarebbe ancora molto da dire sulle bellezze della nostra città, ma ti lascio con questo: se l’arte esula dalle tue competenze e dai tuoi interessi, evita di lasciare commenti inutili, fai una figura migliore a stare zitto.

  8. Le mostre non sprecano soldi. Costano soltanto tantissimo. Dove sono i soldi fatti entrare? Quale economia ha creato che non ci fosse già prima? Souvenir? Ristoranti? Città d’Arte? Museo Armi? Ma che cine ta ghèt vest?

  9. Visto che non ho avuto nessuna risposta sulle crisi d’autunno dei Civici Musei bresciani posso solo dedurre che la crisi non sia altro che la mancanza di soldi. Tagli effettuati da questa amministrazione praticamente in tutti i settori del comune, compreso quindi il settore cultura.

  10. MA QUANTA GENTE BIOLCA CHE SI TROVA LEGGENDO TRA I COMMENTI. ME GO MIA VEST EN CINE GA LAURE DETER AI MUSEI E SO Bè CHEL CHE DISE.
    CARO SIMPATICONE TE L’HO SCRITTO IN DIALETTO COSì MAGARI MI METTO IN PARI COL TUO LIVELLO CULTURALE.

  11. Invece di commentare la mia frase in dialetto perchè non mi risponde alle domande fatte? O nei musei ci lavora a occhi chiusi e orecchie tappate?

  12. Dai, l’abbiam capito che tutti o quasi i partecipanti a questo forum di discussione son persone che, in un modo o nell’altro, nei musei ci lavorano: chi altri si prenderebbe la briga di andarsi a cercare la notizia, ormai scivolata nei recessi del sito, per continuare a commentarla quando evidentemente non interessa quasi più a nessuno? Peccato, perchè su questioni come questa, che riguardano le radici storiche e le sfide future di una città in crisi d’identità come la nostra, l’intera cittadinanza dovrebbe sentirsi coinvolta da vicino…

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