(a.c.) Dopo un mese di stop – e di timori circa la natura dei materiali conferiti nei cantieri, che si temeva potessero essere pericolosi – ha riaperto il mega-cantiere della Bre-Be-Mi di Chiari.
Alcuni ambientalisti locali nelle scorse settimane hanno denunciato la sospetta presenza, prima di natale, di camion della ditta Locatelli, l’imprenditore bergamasco accusato di avere pagato la tangente a Franco Nicoli Cristiani. Da qui il timore che anche nel cantiere clarense si siano utilizzate scorie di fonderia non trattate per il riempimento dei terrapieni, timore fugato ieri durante l’incontro dell’Osservatorio Grandi Infrastrutture. A Chiari tutti i terrapieni e le basi dei cavalcavia sono stati realizzati con terreno scavato il loco, non importato da fuori, e questo per accelerare i tempi di costruzione. Su questo è stata fatta chiarezza. Un altro elemento positivo emerso ieri è che l’85% degli indennizzi di cascine e terreni espropriati è già stato liquidato.
Con soddisfazione, dalle colonne di Bresciaoggi, l’assessore all’Urbanistica del comune di Chiari, Davide Piantoni, ha annunciato che i lavori sono già ripresi, a grande ritmo.