Compraoro? No, banco dei pegni. Denunciato il titolare

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    Denaro contante in cambio di gioielli come pegno sulla futura restituzione del prestito, aumentato degli interessi. Tanto semplice quanto, purtroppo per lui, illegale senza la necessaria autorizzazione rilasciata dalla Banca d’Italia. Il reato prevede una pena che va dai 6 mesi ai 4 anni di carcere, mica noccioline.

    Protagonista della vicenda lo scaltro e senza scrupoli proprietario di un “compraoro” di Torbole Casaglia. L’omo possedeva regolarmente la licenza per l’attività di compraoro (soldi in cambio del metallo prezioso, e nulla di più), addirittuda dal 2006, ma i suoi registri dove la legge lo obbliga a segnare tutte le transazioni erano completamente bianchi. Evidentemente era da tempo che l’attività andava avanti, ed ora gli agenti sono impegnati a cercare di capire i tassi di prestito che applicava. Non è da escludere infatti anche il reato di usura.

    La Squadra Mobile è giunta nel suo negozio all’interno di una serie di controlli volti a fare terra bruciata attorno agli scippatori, da qualche tempo presenza fissa nella cronaca di tutta la provincia. Bloccando chi li ricompensa per i gioielli che rubano alle vittime degli scippi si vuole impedire che l’attività sia per loro redditizia. A volte è facile bloccare i ricettatori, a volte vanno cercati più a lungo.

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