Brescia, l’isola del poker legale
L’isola felice del poker, in Italia, si chiama Brescia. Ufficialmente, infatti, il gioco live non è consentito in Italia, anche se la situazione potrebbe cambiare nell’arco di pochi mesi perché in Parlamento giace dal 2009 una proposta finalizzata – in applicazione di una legge comunitaria – a regolamentare il fenomeno. In attesa della svolta, i blitz delle forze dell’ordine nei circoli privati si susseguono con sempre maggiore frequenza. Ma non nella Leonessa. Dove la cronaca non segnala particolari operazioni di Polizia e Carabinieri contro il gioco d’azzardo. E i circoli che offrono, sempre più apertamente, tornei di Texas Hold’em (la variante americana con due carte in mano e cinque sul tavolo, che è la più diffusa nel mondo) si stanno moltiplicando come funghi. In città, infatti, sono almeno due. E altrettanti se ne contano in Franciacorta. Ma anche nel Garda il fenomeno si sta diffondendo alla velocità della luce. Ovunque è possibile pagare 10/20 euro (questa la media del buy-in, la quota di iscrizione) per prendere parte a un torneo multitavolo. E vincere soldi veri. Un fenomeno evidentemente tollerato dalle autorità – almeno fino a quando non assume proporzioni sospette – e la dimostrazione è anche nel fatto che su Facebook sono in continua crescita i gruppi che fanno promozione ai tornei, che – per chi vuole spostarsi per la provincia – si tengono ormai sette giorni su sette. Allo stesso modo alcuni circoli hanno deciso di mettere nero su bianco, stampando volantini, le loro proposte. Un segnale di “tranquillità”. Perché appare evidente che le forze dell’ordine, anche in vista della situazione normativa – hanno scelto un atteggiamento di buon senso verso un fenomeno sempre più diffuso tra i giovani e socialmente poco pericoloso. Il rischio di perdere tanti soldi e di diventare giocatori compulsivi, infatti, è molto più ridotto nell’Hod’em che nelle macchinette presenti in quasi tutti i bar. Inoltre qualsiasi persona, pagando con carta di credito, può già giocare on line sui siti internazionali e non esiste una normativa chiara che indichi questa pratica come illegale tranne che per chi non denuncia al Fisco le eventuali vincite una volta riportate sul suo conto corrente. I bresciani che lo fanno sono già più di un migliaio e, se la maggior parte è immancabilmente in passivo, c’è anche chi – dice la leggenda – dal gioco ha guadagnato centinaia di migliaia di euro. Insomma: il Texas Hold’em sta spopolando nella Leonessa ed è facile immaginare che, quando il Parlamento varerà la legge, in provincia spunteranno molte sale da gioco. La previsione degli esperti è che entro un anno saranno già almeno una decina.