✴️ A2A al bivio: modello Asm o bancomat? | di Claudio Bragaglio *️⃣

Anche i brillanti risultati della gestione dell’a.d. ing. Mazzoncini direbbero per A2A d’una scontata prospettiva. Ma così non è se il Sindaco di Milano parla d’una “diluizione” dei Comuni di Milano e di Brescia...

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Claudio Bragaglio, opinionista BsNews

di Claudio Bragaglio* – A2A è ad un bivio. Anche i brillanti risultati della gestione dell’a.d. ing. Mazzoncini direbbero per A2A d’una scontata prospettiva. Ma così non è se il Sindaco di Milano parla d’una “diluizione” dei Comuni di Milano e di Brescia, in un accresciuto capitale sociale di A2A. Una proposta non concordata con Brescia, seguita da stringate righe correttive dei due Sindaci, Castelletti e Sala. Ma con l’ambiguo riferimento ad uno “stato attuale”. Mentre invece – e molto bene – la sindaca Castelletti è stata chiara nell’escludere tale ipotesi. E’ poi stata avanzata una proposta di incremento di capitale – in sede di presentazione del “Piano Strategico 2024-35 di A2A” – ma che riguarderebbe singoli Asset di attività e solo “investitori passivi”. Basta non sia il gradino intermedio, ma con sempre l’obbiettivo della…“diluizione” finale dei Comuni.

Un precedente, però, ci dice che non s’è trattato solo d’uno “stormir di fronde”. Alludo alla vicenda del Fondo finanziario francese Ardian. Nel 2021/22, A2A aveva già sottoscritto impegni con Ardian per un nuovo assetto. Una NewCo con partecipazione del Fondo con un suo 45% di capitale ed un 55% di A2A. Con l’illusione di A2A di esser maggioranza. Ma sottovalutando che il Dominus della NewCo sarebbe stato invece il Fondo Ardian, che ha una sola voce. Mentre l’altro fronte, con la “diluizione” dei due Comuni (all’angolo con il loro 25% del capitale) e la frammentazione degli altri soci, avrebbe subito un mutamento radicale. Col cambio anche della “mission”, su cui è stata fondata A2A. Nonché il rischio d’una pericolosa divaricazione anche con l’attuale Management. Quindi il rischio d’una tutt’altra storia, protesa verso una…A3A!

Su tale operazione il Centro Destra, anche nazionale, si schierò contro. Con interventi locali di Di Mezza e di Rolfi. Per quel che mi riguarda ho espresso la mia netta contrarietà, ma con un Centro Sinistra in silenzio. Anche un altro Fondo svizzero-tedesco s’è poi affacciato ed altri ne verranno, data l’appetibilità di A2A.

Il bivio impone quindi un chiarimento sulla prospettiva. Qui ed ora. Senza dover imporre sentinelle, sempre in all’allerta sulle mura, nel timore degli assalti notturni, mentre la città dorme!

La prima strada è quella d’una A2A a cui vien chiesto dai soci (privati e pubblici) di macinare utili e dividendi. Scelta che ha la sua logica, anche per il Comune di Brescia, con i 70 e più milioni da impiegare – e bene – ogni anno per la collettività.

Ma si dà il caso – con riferimento invece alla seconda strada, molto diversa – che A2A e le altre aziende partecipate a Brescia siano anche una realtà decisiva per un’effettiva “Governance” pubblica. E non solo della città, ma d’un vasto territorio. E chi pensa che ormai il modello virtuoso di ASM sia solo il “de cuius”, già seppellito in A2A, fa un errore madornale. Certo, come ricordava bene l’ing. Mazzoncini al convegno sull’ing. Capra in Loggia, il rapporto di Milano con la sua AEM è ben diverso dal nostro con ASM. Ed oggi con la stessa A2A. Ma non per un nostro malinteso… municipalismo! Infatti l’insieme dei servizi pubblici: energetici, idrici e depurazione, di raccolta rifiuti e di cogenerazione, di trasporti e di mobilità…è parte d’un sistema complesso, appunto d’una moderna “Governance” pubblica. Con la Loggia che è certo il palazzo del potere civico. Ma in rete ed in un sistema plurale, di cui fan parte, a vario titolo, anche le varie Aziende partecipate. Basta seguire i flussi finanziari. Come quando, per esempio, le risorse di A2A entrano nei vasi comunicanti del Bilancio del Comune di Brescia che cofinanzia anche i trasporti extraurbani e quant’altro. Lo stesso Metrò, che su scala solo cittadina non sarebbe mai nato, ma che esiste per una vasta area conurbana di metà provincia. Ovvero per l’Hinterland che merita anch’esso una “Governance” con il rilancio della “Giunta dei Sindaci”. E su cui Castelletti si mostra sensibile e con una prospettiva di lungo respiro.

Significativo – per dire delle due opposte strade – il Termovalorizzatore. Sulla prima strada si chiede il massimo dei conferimenti, paracaduti a Brescia d’ogni dove. Più si brucia, più si guadagna. La seconda strada è quella invece scritta nel “Programma Castelletti” sulla riduzione dei rifiuti da smaltire e quindi come parte in causa d’una sostenibile “Governance” ambientale. Ma tale corresponsabilità verso il territorio è il frutto anche del “peso azionario” dei Comuni in A2A. Che porta a certe nomine del CdA e ad una condivisione degli indirizzi strategici. Quindi ad una A2A, che non sia solo il ricco Bancomat della prima strada.

Ed è questo virtuoso modello che ci ha fatto peraltro passare da 11 mln per Brescia nel 2012 agli attuali 75 mln. Quindi è incomprensibile come dall’interno del Centro Sinistra venga l’idea d’una riduzione del ruolo del Pubblico in A2A. Ma così come un vero patto politico – oltre le divisioni dei partiti – ha reso possibile in passato la grande ASM, oggi è necessario un confronto aperto per un nuovo “patto di Brescia”. Per la sfida strategica d’una A2A che – con quel suo DNA tra il locale ed il nazionale – assicuri il miglior futuro proprio e del territorio da cui non va sradicata.

* Partito Democratico (direzione Lombardia)

** BsNews ospita opinioni di intellettuali, politici, imprenditori bresciani nell’ottica di alimentare il dibattito pubblico con pareri autorevoli: le opinioni espresse in questa rubrica non rappresentano la linea editoriale del sito, ma quella dei rispettivi autori.


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