Il nuovo processo per la strage di piazza Loggia, nel cinquantesimo dell’anniversario della Strage (28 maggio 1974), rischia di saltare a causa della carenza di magistrati.
Il 29 febbraio, infatti, è previsto il dibattimento a carico di Roberto Zorzi (ritenuto uno degli esecutori materiali), ma in quella occasione – è già noto – l’udienza dovrà essere rinviata, forse all’estate, a causa delle difficoltà della Prima sezione penale di calendarizzare un procedimento che si annuncia lungo e intenso, con decine di testimoni da sentire. Per procedere, insomma, serve “un intervento straordinario sulla pianta organica della sezione giudicante”. Concretamente: almeno due giudici in più.
All’appello dei giudici, giovedì, si è aggiunto anche Manlio Milani, presidente dell’associazione che raccoglie i familiari delle vittime, che – dalle pagine del Giornale di Brescia – ha invitato il governo ad accogliere le richieste della magistratura bresciana e sollecitato i parlamentari eletti nei collegi della provincia a fare lo stesso.
La prima ad accogliere la richiesta è stata la deputata leghista Simona Bordonali, che in una nota ha annunciato un’interrogazione al ministro sulla questione.
“Cinquant’anni fa – si legge nel comunicato – la città di Brescia ha subito una ferita che non si è ancora rimarginata e che ha segnato la storia della nostra città e la memoria collettiva di tutta Italia. I familiari delle vittime della strage di Piazza Loggia meritano la verità definitiva e giustizia. Per questo non possiamo accettare ulteriori ritardi. Presenterò una interrogazione parlamentare urgente per capire se i processi siano davvero a rischio a causa dei ritardi e della carenza di personale dei tribunali e per sollecitare un intervento del ministero. Gli appelli di questi giorni delle associazioni e di tutti i cittadini bresciani – conclude il testo – non rimarranno inascoltati”.