E’ attesa per il 7 dicembre la sentenza della Corte d’Assise di Brescia per Paola Zani, Silvia Zani e Mirto Milani, finiti a processo con l’accusa di aver ucciso la madre delle due ragazze, cercando di simularne poi la scomparsa volontaria.
Nell’ultima udienza di fine settembre la pm Cathy Bressanelli aveva chiesto l’ergastolo per tutti e tre gli imputati.
Stamane, in aula, le parti hanno ribadito le proprie posizioni. L’avvocato Vittorini, uno dei legali di parte civile, ha sottolineato come i tre avrebbero premeditato l’omicidio e avanzato la richiesta di non concedere attenuanti (oltre a 959mila euro di danni e un appartamento in favore della terza figlia). Mentre Monica Baresi, legale della mamma e dei fratelli della vittima, ha chiesto complessivamente risarcimenti per 465mila euro. La difesa di Mirto, invece, ha invocato le attenuanti, spiegando anche che il giovane sarebbe stato trascinato nell’omicidio dalle due sorelle. Esattamente all’opposto delle due giovani, che lo indicano come il “manipolatore” del trio.
Stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, nella notte tra il 7 e l’8 maggio del 2021, il trio criminale avrebbe reso innocua l’ex vigilessa di Temù (era stata in servizio anche al Comune di Roncadelle) somministrandole una dose massiccia di benzodiazepine tramite dei dolci, quindi l’avrebbe strangolata nel sonno, nascondendo il cadavere lungo gli argini del fiume Oglio e simulando la sparizione della donna. I tre, che si trovano in carcere dal 24 settembre 2021, hanno confessato l’omicidio: il primo è stato Mirto nel maggio del 2022.
