Chiari, nuovo successo per la Microeditoria: 13mila le presenze | LE IMMAGINI

La ventunesima edizione chiude la stagione dell’Associazione L’impronta nell’anno di BGBS Capitale della Cultura. Uno sforzo organizzativo che ha visto impegnati decine di volontari, più di 20 associazioni, 10 comunità locali in un “concerto” d’insieme che ha portato le due province ad essere protagoniste pur nella diversità

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Foto da Microeditoria

Chi l’avrebbe mai detto che ad aprire la Domenica della Microeditoria, all’ultimo giorno della kermesse clarense, fosse “L’oro del centurione” di Margandel, un atto epico di resistenza camuna contro la sete di dominio dell’impero romano. Se di impero si deve parlare, almeno qua alla Microeditoria, è quello del libro, visto, sfogliato e odorato (altro che AI) da quasi 13 mila “viandanti” della lettura, anche distratti per carità, ma così carichi da far andare in visibilio i circa 100 piccoli e micro editori presenti in Villa Mazzotti Biancinelli. Tutta Chiari in realtà ha agito come il sistema clarense sa fare, ovvero tramite una fitta rete di scambio, conoscenza, cultura, “rimpallata” da una associazione all’altra, in una trama intessuta magistralmente dall’Assessorato alla Cultura e dal combinato tra Biblioteca, Fondazione Morcelli Repossi e Associazione l’Impronta.

Un inizio di Domenica dunque particolare e “sornione” se non fosse stato per il “cicaleccio” dei tantissimi laboratori impostati per questa edizione appunto “laboriosa” sia sugli “Incipit” (come nello strepitoso laboratorio svolto alle 10, coordinato da Davide Longo della Scuola Holden), passando dalla Filosofia per bambini (in apertura di mattinata) sino agli Haikubooklet, il tradizionale raduno dei Gruppi di lettura e la Premiazione del Torneo Letterario di Claudio Calzana “7 parole per un racconto” che sancisce, per il secondo anno consecutivo, un’alleanza consolidata tra il portale 7parole.it e la Microeditoria*. In mezzo, un piccolo gioiello di letteratura al femminile riportato in auge da Nadia Menassi insieme al prof. Gian Enrico Manzoni, distillato puro di latino insegnato a zucche piene o vuote (dipende dai punti di vista) e che in qualche modo abbiano frequentato qualche liceo storico bresciano e per i più fortunati, l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Ma accademia a parte, la leggerezza della Domenica, intrisa nella densità della programmazione (tipica di ogni Microeditoria che si rispetti), ha trovato sbocco in “alzati , Martin” versione abbreviata del poema di Roberto Piumini, illustre scrittore e poeta, ospite nel tendone insieme al musicista Nadio Marenco, trattando della memoria degli schiavi ai tempi di M.L King, inscenando una finta leggerezza, resa apparente solo dalla soavità della voce narrante e dalla fisarmonica sospesa tra blues e gospel. Uno spettacolo a cui purtroppo non hanno potuto partecipare alcuni degli standisti presenti perché concomitante con un “appuntamento di categoria”, di per sé imperdibile, come quello di Adei, l’associazione degli editori indipendenti che ha fatto il pieno nella Sala Mille miglia con il suo Presidente Andrea Palombi e Francesca Segato. I vantaggi di appartenere a questa associazione fa in modo, in effetti, di poter congegnare ogni volta, un fronte comune non contro le grandi case editrici, ma pro lettura, pro scambio, pro nascita di nuove generazioni di scrittori e, perché no, di editori. Non a caso, tra le aderenti vi è Gam Editrice, anima promotrice della Microeditoria stessa per tramite del Fondatore Angelo Mena e la persistenza della figlia Daniela. Di generazione in generazione le piccole realtà avanzano sul piano della fruizione e della lettura, anche perché a fare da cassa di risonanza vi sono gli autori stessi e i luoghi da cui provengono, meccanismo ben interpretato dal nuovo strumento della Mappa Letteraria, riproposto al pubblico come nuova frontiera della letteratura. Un assaggio di tutto questo è giunto anche durante l’incontro “Bergamo adagio” quintessenza della collaborazione forzata, ma Dio solo sa quanto benedetta, tra Bergamo e Brescia. Massimo Tedeschi, autore a sua volta del volume “Brescia adagio” (Enrico Damiani editore e associati) ci porta alla scoperta di Paola Bianchi e delle sue passeggiate “adagio” per Bergamo e dintorni, a passo lento. Un modo ironico e perspicace di interpretare un momento storico ben preciso, quello di BGBS Capitale della cultura 2023 e allo stesso tempo foriero di un altro incontro, di poco successivo, (alle ore 14, presso la Sala del Conte), alla presenza della famosa giornalista di Repubblica Ambra Radaelli che ha sciorinato ai presenti, donne soprattutto, le vicissitudini grottesche e nascoste (a volte nemmeno troppo) nelle dinamiche aziendali, professionali, nella convivenza del gerarchicamente “superiore”. Siamo lontani anni luce dal mondo della provincia, in cui vi sono personaggi come l’Astronomo terrapiattista, a secolo il “fu Giovanni Paneroni”, protagonista del mondo poliziesco tratto dalla penna cronachistica di Enrico Mirani, scrittore e giornalista rudianese prima che Bresciano, il quale ha inventato il “Brigadiere del Carmine” nella serie edita da Liberedizioni (Marcello Zane ha presentato il volume in sala Giunchi alle ore 14.15) che fa il paio ad un altro investigatore e ad un altro giornalista bresciano Enrico Giustacchini creatore del “giudice Albertano” e dell’ultima avventura medievale “il caso del Leone azzurro”, presentato sul finire della Domenica, nel segno del Giallo. Se non fosse che nel mezzo sono successe molte altre cose e tanti gli ospiti, temi, suggestioni affrontati. Dalle Alpi di Mario Curnis, compagno di “parete” con quattro generazioni di scalatori dei più grandi (da Bonatti a Messner e Simone Moro) incontro targato Vivi energia (altro sponsor fondamentale per la riuscita della Microeditoria) svoltosi verso le ore 15 nel Tendone, è bastato spostarsi di qualche manciata di minuti e metri per tornare alle atmosfere enigmatiche dello scrittore Francesco Permunian, ospite ormai fisso della rassegna, che ha “assiepato” decine di fans nella Sala del Conte, fino a pomeriggio inoltrato, momento in cui, come sempre, la Microeditoria dà il meglio di sé. Dunque nell’ordine, sono arrivati i “pezzi da 90”, nel senso autoriale del termine, ma non in maniera esclusiva. Sono i contenuti quelli che contano e quelli che possono essere veicolati al meglio e trasversalmente, anche a fronte di una popolarità televisiva. E’ stato il caso di Marco Bianchi, Food Mentor già conduttore di Linea Verde, che insieme a Giulia Arrighetti ha ripercorso le tappe di una cucina che diventa base per garantire una vita sana, e di Gad Lerner, che, in un tendone altrettanto affollato, ha discettato di giornalismo, storia e cronaca anche grazie al confronto con Alex Corlazzoli. Delineato così un tracciato storico culturale che ben preparava altre suggestioni e racconti, sono andati “in scena” quasi contemporaneamente da un lato il ricordo del fotografo Gian Butturini a “50 anni dal golpe in Cile” (tramite una ristampa del volume originale del 1973), dall’altro l’epica femminile in burqa, raccontata da Barbara Schiavulli, scrittrice e giornalista, dopo la conquista dei Talebani in Afghanistan e le difficoltà ad esso connesse.

La Microeditoria ha voluto omaggiare anche protagonisti della letteratura, come nel caso D’annunzio erotico di Costanzo Gatta, in una versione disinibita nel mescolare storia, autoritarismo, autorialità, dissacrazione dei miti. Se non di mito, quanto di più vicino al mistico si è discusso poco prima in Sala Morcelli, ripercorrendo le vite di ben tre Papi, in compagnia del prof. Gabriele Archetti (Presidente di Fondazione Cogeme e accademico medievista dell’Università Cattolica), Marco Roncalli, giornalista e scrittore (nonché pronipote di Giovanni XXIII), Giacomo Fogliata, Presidente di Cogeme Spa e amante della storia, non solo di numeri. Intanto i giovani volontari nel Sud del Mondo del progetto Oasi coordinati da Beppe Prati hanno raccontato come “Volevamo cambiare il mondo”.  E così, poco a poco, è calato il sipario anche per questa edizione. Storie, persone, arte, hanno abitato la città di Chiari dentro e fuori la Microeditoria, dentro e fuori la storia ordinaria, sempre alla ricerca di un qualcosa che altre manifestazioni simili non hanno.

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