Fa discutere – non solo a Brescia – la richiesta del pubblico ministero che ha chiesto di assolvere un uomo accusato di maltrattamenti e violenze sulla moglie perché le sue azioni non sarebbero frutto di una volontà, ma di retaggi culturali.
Il caso è quello di una 27enne italiana, di origini bengalesi, madre di due figlie, che nel 2019 ha denunciato il marito (cittadino del Bangladesh) per presunti maltrattamenti fisici e psicologici, affermando di essere stata “trattata da schiava e picchiata”, oltre che minacciata di essere riportata nel Paese d’origine, per il modo di vivere troppo occidentale.
La Procura aveva chiesto di archiviare il caso, ma il Gip ha ordinato l’imputazione coatta. In aula , quindi, il pm – secondo quanto riferito dal Giornale di Brescia, che per primo ha dato la notizia – “i contegni di compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell’odierno imputato sono il frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge per conseguire la supremazia sulla medesima, atteso che la disparità tra l’uomo e la donna è un portato della sua cultura che la medesima parte offesa aveva persino accettato in origine”.
Il Pm, ancora, scrive che “le condotte dell’uomo sono maturate in un contesto culturale che sebbene inizialmente accettato dalla parte offesa si è rivelato per costei intollerabile proprio perché cresciuta in Italia e con la consapevolezza dei diritti che le appartengono e che l’ha condotta a interrompere il matrimonio. Per conformare la sua esistenza a canoni marcatamente occidentali, rifiutando il modo di vivere imposto dalle tradizioni del popolo bengalese e delle quali invece, l’imputato si è fatto fieramente latore”.
La sentenza è prevista per ottobre. Ma le reazioni sono già arrivate. Il ministro Calderoli, solo per citare un nome, ha parlato di richiesta che “rischia di rappresentare un pericoloso messaggio boomerang e creare un precedente ancora più pericoloso per Stati con analoghe tradizioni come il Pakistan”. Mentre Riccardo De Corato, deputato di Fdi, annunciato “un’interrogazione parlamentare un’ispezione urgente alla procura di Brescia in merito alla richiesta del magistrato che ha chiesto l’assoluzione per l’ex marito di una donna del Bangladesh che denunciò l’uomo per maltrattamenti”. E la deputata verde Luana Zanella ha chiesto che “i magistrati impegnati nel contrasto alla violenza sulle donne facciano stage obbligatori nei centri antiviolenza”.