Brescia, ma per l’esattezza parliamo del territorio di Montichiari, al secondo posto in Italia per uso di cocaina e cannabis: a dimostrarlo sarebbero i residui rilevati nelle acque reflue urbane del paese della Bassa.
Il triste e preoccupante “primato” emerge dallo studio nazionale condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e finanziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri i cui risultati, pubblicati nella Relazione Annuale al Parlamento, rivelano il consumo di droghe d’abuso in Italia nel biennio 2020-2022.
Le sostanze maggiormente consumate – si legge online sul sito dell’Istituto – si confermano la cannabis e i suoi derivati, con un consumo medio nazionale di 51 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti, seguite da cocaina (circa 11 dosi) ed eroina (circa 3 dosi).
Dal monitoraggio effettuato nelle acque della rete fognaria di Montichiari che dalle abitazioni giungono sino ai depuratori si conterebbero 26 dosi di cocaina ogni 1000 abitanti al giorno, a fronte di una media nazionale di 11 dosi ogni 1000 abitanti. Per quanto riguarda la cannabis si possono contare 42 dosi al giorno ogni 1000 abitanti rispetto alle 50 dosi della media nazionale.
“Il progetto “Acque reflue” ha sviluppato una rete di rilevamento nazionale che ha incluso complessivamente 33 centri urbani equamente distribuiti in 20 regioni italiane” – spiega Sara Castiglioni, responsabile del Laboratorio di Indicatori Epidemiologici Ambientali dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. La misura dei consumi di sostanze stupefacenti nella popolazione italiana è stata effettuata attraverso l’“epidemiologia delle acque reflue”, una metodica che analizza i residui metabolici (i prodotti di scarto umani) delle sostanze stupefacenti nelle acque reflue urbane arrivate ai depuratori, per stimare quali e quante sostanze vengono complessivamente consumate da tutta la popolazione.