Attualmente sarebbe indagato con l’ipotesi di detenzione di droga ai fini di spaccio, oltre che per le presunte minacce seguite a rapporti sessuali (abbinati a promesse di denaro non mantenute) con altri uomini. Ma i casi che lo accusano sono più d’uno. Emergono nuovi dettagli, infatti, sulla vicenda del sacerdote con seconda casa a Desenzano che in questi giorni è finito al centro delle polemiche e delle attenzioni delle forze dell’ordine.
Il primo caso è quello di un barista 31enne venezuelano, che ha presentato denuncia alla Polizia. Stando a quanto si apprende, il giovane avrebbe conosciuto il sacerdote in una chat per incontri gay e poi i due avrebbero consumato diversi rapporti sessuali dietro corrispettivo di denaro (in un caso il prete avrebbe anche fumato crack). Ma le ultime prestazioni non sarebbero state pagate e sarebbero anche seguite minacce da parte del prelato.
Successivamente, però, si sono aggiunte nuove accuse. La Polizia, infatti, ha identificato un giovane straniero che vagava per le strade di Desenzano in stato confusionale e questi – secondo quanto riporta Bresciaoggi – avrebbe riferito di aver fatto sesso e consumato droga con il sacerdote (che è operativo in una diocesi diversa da Brescia). Ma il Corriere (che per primo ha sollevato il caso) fornisce un’altra versione dei fatti, ancora più eclatante. Secondo quanto riporta il giornale, infatti, nella notte tra mercoledì e giovedì un trans avrebbe iniziato a urlare minacciando di gettarsi nudo dalla finestra dell’abitazione del sacerdote. Sul posto sarebbero quindi arrivati i Vigili del fuoco: l’uomo avrebbe saltato lanciandosi sul telo per poi darsi alla fuga senza vestiti.
A questo si aggiunge la perquisizione domiciliare nei confronti del prete, da cui erano spuntati sei grammi di cocaina e, pare, un bilancino di precisione.
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