(a.t.) E’ boom di ricerche sul web, anche nel Bresciano, per quanto riguarda i “bunker antiatomici”. A testimoniarlo sono i dati forniti costantemente da Google Trends, secondo cui il numero di coloro che cercano in rete rifugi contro i bombardamenti e le testate nucleari è aumentato esponenzialmente nell’ultima settimana. L’andamento del grafico che riportiamo in calce all’articolo parla chiaro: nell’ultima settimana il volume delle ricerche è cresciuto di decine di volte rispetto alla media degli ultimi anni. Ma le ricerche – a causa della guerra in Ucraina – sarebbero già passate dal virtuale al reale.
AAA… CERCASI BUNKER ANTIAEREO
Secondo quanto riportano numerose fonti, anche diverse agenzie immobiliari starebbero ricevendo richieste di acquistare bunker. Così come le poche società italiane specializzate nella realizzazione ex novo, che sono una manciata in tutta la Penisola.
Il prezzo – secondo quanto riferisce a BsNews.it la mantovana Minus Energie (che realizza rifugi sotterranei NBC, protezione nucleare-batteriologica-chimica) – va mediamente dai 40mila ai 90mila euro, con tempi di realizzazione di circa 3 mesi (un mese per le autorizzazioni del caso e due per la costruzione). In una settimana le telefonate con richieste di informazioni sarebbero già state oltre 200 (più di quelle nel decennio precedente…) e di queste – secondo quanto dichiarato al nostro sito – una manciata sarebbero arrivate proprio dalla Provincia di Brescia.
Ma la maggior parte delle telefonate sarebbe arrivata dal centro Italia. E in un’intervista a Huffington Post il totolare si è detto stupito della provenienza geografica dei potenziali clienti, perché “non credo che possano essere luoghi scelti per un attacco nucleare: penso che nel caso possano essere colpite più città come Ghedi (Brescia), Aviano (Pordenone), Sigonella (Siracusa), dove si trovano le classiche basi missilistiche, gli aeroporti militari”.
LE ATOMICHE DI GHEDI E I RISCHI TEORICI PER BRESCIA
A Ghedi, lo ricordiamo, è operativa una base militare americana in cui sarebbero ospitate una ventina di testate. E – in caso di attacco nucleare con una bomba particolarmente potente – l’intera provincia di Brescia sarebbe spazzata via. Basti pensare che nel 1962 i russi testarono sul campo (al Circolo polare articolo) un’atomica – chiamata Zar – con una potenza oltre 3mila volte superiore a quella di Hiroshima. La distruzione fu totale nell’arco di una cinquantina di chilometri, con danni rilevanti fino a qualche centinaio di chilometri di distanza. Ma si registrarono vetri e porte rotte anche a 900 chilometri. Una nota: il test fu effettuato con metà della potenza attivabile nella bomba e risale a 60 anni fa.
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