🔴 Troppa burocrazia e disorganizzazione: la denuncia dei medici bresciani
La pandemia sta mettendo a dura prova tutti ed è innegabile che in questi ultimi due anni si siano ulteriormente aggravate situazioni che erano già oggetto di discussione e che oggi necessiterebbero di trovar soluzione.
A scontrarsi con un eccessivo carico burocratico, una lacunosa rete di assistenza socio-sanitaria, un sistema territoriale privo di adeguato coordinamento vi sono i medici, che da febbraio 2020 si adoperano nei diversi ruoli per contenere gli effetti dell’emergenza da Covid-19 e che esprimono disagio per le condizioni in cui sono costretti a operare.
Riportiamo integralmente la nota stampa del Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Brescia.
“La nuova stagione pandemica sta intensificando il disagio dei medici, collettivamente impegnati, nei diversi ruoli, a contenere gli effetti dell’emergenza da Covid-19.
C’è l’abnegazione dei colleghi che lavorano in ospedale e affrontano quotidianamente, da quasi due anni, rischi e turni sfibranti per assicurare l’assistenza e cura ai pazienti Covid e non. La stessa abnegazione, più sottotraccia agli occhi dell’opinione pubblica, caratterizza l’impegno dei medici e dei pediatri di famiglia. L’andamento attuale della pandemia, sia in ospedale che sul territorio, sposta tutte o quasi le energie disponibili sulla cura, giustamente, dei pazienti Covid, vaccinati o no.
In ospedale la riconversione in reparti Covid dedicati, con le attuali risorse umane disponibili, provoca, e non potrebbe essere altrimenti, riduzione dell’attività chirurgica e medica nei confronti dei pazienti con altra patologia. Sappiamo che nella nostra provincia le ASST e le strutture ospedaliere accreditate sono impegnate a salvaguardare gli interventi non differibili, specie per i pazienti oncologici.
Sul territorio il carico burocratico è ormai soffocante ed ancora sono i malati non Covid che ne subiscono le conseguenze, in specie gli anziani cronici con polipatologia. Una ripercussione severa, di cui valuteremo a pieno l’entità e gravità quando la pandemia ridurrà il suo impatto. In questi due anni solo strumenti burocratici aggiuntivi ed alienanti. Con questa situazione si rischia davvero il collasso della medicina territoriale.
Il carico di questi adempimenti burocratici porta ad un’erosione del tempo clinico, da dedicare ai bisogni dei pazienti, che si ripercuote come conseguenza sul livello di assistenza degli stessi. Viviamo tutti noi una situazione paradossale. Si imputa ai medici del territorio di non dare una risposta adeguata alle nuove richieste di assistenza ed ascolto generate dalla pandemia. Ma proprio i medici hanno subito le conseguenze di un’organizzazione della medicina territoriale, in tutte le sue componenti, che era già in crisi da anni prima del Covid, ed eravamo proprio noi medici (Ordine, sindacati, società scientifiche etc.) a denunciare lo stato di abbandono che si perpetua da troppo tempo.
Cosa chiediamo, da anni, in termini pratici: personale di studio – infermieri, amministrativi, informatici – e sistemi di comunicazione digitale ad alta efficienza per un’interazione davvero reale, basata su percorsi clinici condivisi fra le varie componenti del Sistema Sanitario Nazionale. In primis con l’ospedale, ma non solo.
Una rete che crei valore vero e migliori, quindi, la qualità della vita dei pazienti, deve comprendere il sociale, gli enti locali, le residenze socioassistenziali, la medicina preventiva e tanto altro. Ma questa è una prospettiva realizzabile solo a medio e lungo termine, che ha le basi strutturali nel PNRR e funzionali nell’attuazione della Riforma della sanità lombarda, che vuol dire organizzazione e risorse. L’Ordine, dal suo versante professionale, non smetterà di intervenire con proposte e, quando ritenuto necessario, con critiche ed analisi.
I medici hanno supplito alle carenze storiche, strutturali e funzionali, dell’organizzazione con l’impegno continuo quotidiano e davvero sono, siamo stanchi – dopo turni massacranti, ambulatori infiniti e decine e decine di telefonate – di essere additati come causa di disfunzione del sistema. Mentre paghiamo, con i nostri pazienti, disorganizzazione e povertà di risorse che datano da anni.
Ma ora stiamo vivendo un’emergenza nell’emergenza. Sono indispensabili interventi urgenti su ospedale e territorio.
Il Consiglio Direttivo di questo Ordine, unanimemente, ha deciso di richiedere un Tavolo per definire nuovi strumenti organizzativi con tutte le istituzioni sanitarie della provincia, che sono già state informate.
Affronteremo i seguenti temi, a nostro giudizio non differibili. Implementazione di risorse umane in ambito medico, ricorrendo anche a soluzioni straordinarie (per l’ospedale ulteriore apertura ai medici specializzandi, per il territorio maggiore apertura per i medici di medicina generale in formazione, assunzioni straordinarie di personale anche in quiescenza ed ancora l’impiego dei giovani medici neolaureati abilitati); implementazione di infermieri e personale amministrativo, carenti in ospedale, quasi inesistenti sul territorio; riduzione del carico burocratico da subito, restringendo questo campo all’essenziale; comunicazione efficace e chiara fra i vari setting di cura; comunicazione altrettanto efficace e chiara con una campagna informativa verso i cittadini (situazioni di positività, contatti, quarantena, autosorveglianza, Green Pass, ecc.); un sistema di coordinamento continuo e periodico fra le varie componenti del Servizio Sanitario Nazionale.
L’Ordine intende avviare con questa iniziativa un percorso di incontro e confronto con le altre realtà della sanità bresciana: organizzazioni sindacali, Università, società scientifiche, enti locali, Rsa e Terzo settore.
Ci rendiamo conto che l’eccezionalità della pandemia è condizionante. Noi riteniamo, cogliendo e rappresentando il grave disagio dei medici tutti, che un nuovo sforzo organizzativo sia non solo possibile, ma indispensabile, ed è con questo spirito che ci siederemo al Tavolo di lavoro con le istituzioni sanitarie bresciane.
Un’ultima nota fuori contesto che l’attualità ci impone: abbiamo letto delle minacce di azioni aggressive di ambienti No Green Pass e No Vax, compresa come bersaglio la Loggia, sede istituzionale e fondamento della democrazia, inviolabile.
La nostra solidarietà al Sindaco e a tutti gli amministratori che in questi ultimi due anni, con azioni concrete e costanti, hanno avuto un ruolo di assoluta importanza nel contrasto alla pandemia.”
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