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🔻🔻🔻 Morte di Laura Ziliani, cosa è successo sabato 8 maggio? LA RICOSTRUZIONE | *️⃣AGGIORNATO

La domanda a cui gli investigatori stanno cercando di rispondere è la stessa da giorni: perché è sparita Laura Ziliani? E soprattutto: chi e cose ne ha provocato la morte? Sono queste le domande che attendono risposta dalle indagini per una vicenda che è ancora avvolta dal mistero.

COSA SI SA DELLA SCOMPARSA DI LAURA ZILIANI

La dinamica di quanto accaduto sabato 8 maggio a Temù, in Alta Valcamonica, è ancora da chiarire. L’ex vigilessa – come spesso faceva nei fine settimana – si trovava nell’abitazione di Temù dove aveva vissuto per anni (aveva spostato la residenza in città dopo la morte del marito, travolto da una valanga nel 2012) e che ora stava progettando di trasformare in un bed & breakfast gestito con le figlie (la donna era proprietaria di una decina di immobili tra città e valle). Intorno alle 7 di mattina di quel sabato, la 55enne avrebbe comunicato alle figlie l’intenzione di fare una passeggiata sui monti (Villa Dalegno), uscendo di casa in auto. Ma avrebbe dato loro appuntamento intorno alle 10 per una faccenda domestica (andare in discarica per disfarsi di due materassi). Intorno a mezzogiorno, quindi, una delle due figlie – non vedendola tornare – avrebbe dato l’allarme, avvisando i carabinieri.

Le ricerche sono partite immediatamente e ci sarebbero stati tre avvistamenti lungo i sentieri (ma soltanto uno sarebbe ritenuto attendibile) in una zona comunque con pochi pericoli, mentre – secondo quanto riporta il Gdb – le telecamere delle strade su cui la donna sarebbe dovuta passare sembrerebbero non aver ripreso la sua auto. Poi lo stop alle ricerche del 15 maggio e l’apparente “svolta” del 23 maggio, quando è stata ritrovata una scarpa della 55enne vicino al fiume Fumeclo (in un punto che sarebbe incompatibile con la direzione verso monte che avrebbe intrapreso la signora Ziliani).

Sempre nel fiume Fumeclo, poco distante dall’abitazione della donna, agli inizi di giugno scorso, era stato rinvenuto un jeans femminile rovesciato, compatibile con quello che – secondo il racconto delle figlie – la Ziliani avrebbe indossato la mattina della scomparsa. Infine è stata rinvenuta anche la seconda scarpa della signora Ziliani che, “per come emerso dalle indagini – informa una nota dei carabinieri del 24 settembre – è stata collocata nel luogo del rinvenimento dagli arrestati al fine di depistare le attività investigative avvalorando l’ipotesi dell’infortunio o del malore”.

Il cellulare era stato invece trovato nella cantina di casa (tra una panca in legno e le scale): secondo le indiscrezioni di stampa sarebbe risultato spento dalla sera prima. Ma il contapassi avrebbe rivelato brevi movimenti anche dopo la scomparsa della Ziliani.

IL RITROVAMENTO DEL CADAVERE

Il giorno 8 agosto (dunque tre mesi dopo la scomparsa) il cadavere di una donna è stato trovato in un’area adiacente al fiume Oglio nel territorio di Temù (500 metri a valle della scarpa ritrovata). Il corpo era irriconoscibile (in stato di saponificazione) ed era vestito soltato con l’intimo (un abbigliamento in apparenza incompatibile con le circostanze di un’escursione). Ma una ciste sul piede ne ha permesso l’immediata identificazione, poi confermata – attorno a Ferragosto – dagli esami scientifici. Il corpo non presentava segni di violenza o fratture, nè c’era acqua nei polmoni (segno che probabilmente la donna non è morta annegata, anche se il corpo potrebbe essere stato spostato dall’acqua). L’area in questione era già stata battuta durante le prime ricerche.

LE INDAGINI

Gli investigatori (analizzato il cellulare e sentite le persone che conoscevano la donna) hanno escluso da subito il suicidio, tanto più alla luce del fatto che la donna aveva già programmato le vacanze. Due delle figlie (la maggiore e la minore) – secondo quanto rilanciato dall’Ansa – a giugno sono state indagate in stato di libertà insieme al fidanzato della maggiore. L’abitazione di Temù è stata posta sotto sequestro. Nel frattempo sono emerse diverse contraddizioni da parte dei tre indagati (i cellulari “scomparsi” e riconsegnati puliti e altre incongruenze), oltre a intercettazioni e testimonianze sui rapporti difficili tra i tre e la donna morta. Poi il 24 settembre è arrivata la svolta.

L’ARRESTO DELLE DUE FIGLIE E DEL FIDANZATO DELLA MAGGIORE

Nella mattinata del 24 settembre, i Carabinieri della Compagnia di Breno hanno arrestato due figlie di 26 e 19 anni – rispettivamente impiegata e studentessa – e il fidanzato della sorella maggiore, uno studente universitario 27enne residente in provincia di Bergamo, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dell’omicidio volontario e dell’occultamento di cadavere

Cosa è successo a Laura Ziliani? E’ stata vittima di un malore durante la sua passeggiata e magari è caduta nel fiume ed è stata vittima del cosiddetto annegamento secco? Gli investigatori lo escludono e affermano l’ipotesi che sia stata uccisa dalle tre persone arrestate: la pista è che l’abbiano addormentata e uccisa con il supporto di sostanze (gli accertamenti tossicologici eseguiti dall’istituto di medicina legale di Brescia hanno riscontrato la presenza di benzodiazepine nel corpo dell’ex vigilessa). Ma sarà solo il processo a dire come sono andate realmente le cose.