Emergono nuove indiscrezioni sulle ragioni del presunto movente economico che avrebbe determinato – secondo gli investigatori – il terribile delitto di Laura Ziliani.
Laura Ziliani avrebbe riferito di essere intenzionata a designare come erede di alcune delle numerose case di sua proprietà la terza figlia (l’unica non accusata di omicidio), di cui le due sorelle volevano diventare tutrici per gestire l’intero patrimonio di famiglia. A dirlo è stato il sindaco di Temù (comune della Valcamonica in cui si è consumata la tragedia) Giuseppe Pasina in un’intervista esclusiva rilasciata alla trasmissione televisiva Pomeriggio Cinque, condotta da Barbara D’Urso.
Non è chiaro se il sindaco abbia riferito di fatti di cui è a conoscenza diretta o di voci sentite in paese. Di certo, secondo l’ipotesi dell’accusa, l’omicidio sarebbe maturato per movente prevalentemente economico. In particolare le figlie (soprattutto la minore) avrebbero rimproverato alla madre di non concedere loro abbastanza denaro e ci sarebbero state divergenze anche sul contributo richiesto loro per avviare i lavori di restauro necessari a trasformare un immobile di Temù in bed & breakfast.
Nella stessa intervista il sindaco di Temù ha affermato che forse la vigilessa era anche a conoscenza del fatto che l’arrestato aveva una relazione con entrambe le sorelle, come rivelato dal bergamasco arrestato e dalla sorella minore per motivare il fatto di non aver consegnato i “veri” cellulari nella prima fase delle indagini.
Secondo indiscrezioni, Laura Ziliani incassava ogni mese circa 2mila euro, tra stipendio e assegni, oltre ai proventi delle sue numerose abitazioni. Il suo patrimonio immobiliare avrebbe avuto un valore di circa 3 milioni di euro.
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