La situazione dell’ospedale di Leno rischia di precipitare a causa della carenza di personale e il direttore generale Carmelo Scarcella non accetta incontri per discuterne “nonostante i solleciti inviati nei mesi di febbraio e marzo”. A dirlo è una nota dei sindacati della dirigenza medica dell’Asst del Garda.
“Dopo la grandeur dei festeggiamenti con l’Assessore Gallera, a fine anno 2018 – si legge in una nota – stanno venendo al pettine i nodi strutturali ed organizzativi per un reale avvio delle attività sanitarie in quel Presidio. In conseguenza della rescissione del contratto con il Dominato Leonense, si é verificata una carenza di personale medico per mantenere realisticamente a regime l’attivitá sanitaria” e – continua il comunicato – “dal 1 gennaio 2019 tutti gli Psichiatri, i Farmacotossicologi, i Neuropsichiatri e gli Internisti del DSMD devono rispondere a tutte le urgenze ed emergenze negli spazi orari lasciati scoperti dai colleghi”.
I sindacati, quindi, sottolineano che la dirigenza sta procedendo con ordini di servizio basati sullo stato di emergenza, causando una “situazione di stress lavorativo e di mancato rispetto della professionalità” che “oltre a squalificare il lavoro svolto ordinariamente, stravolge i piú elementari fattori per la corretta gestione del rischio clinico e della sicurezza professionale e degli utenti”.
I medici, infine, giudicano il comportamento di Scarcella “non consone alla dignità sia delle organizzazioni sindacali che della dirigenza medica che rappresentiamo” e annunciano che “non lasceranno nulla di intentato, anche sul piano legale”.
Che i medici siano in Italia ormai solo un”costo” ed una qualsiasi “forza lavoro” anzichè persone che hanno a che fare con la cura e la vita delle persone è un dato di fatto. A partire al numero chiuso nelel univesità per arrivare fino al mancato ricambio generazionale dei medici che vanno in pensione fino alle carenze croniche che non garantiscono più i servizi minimi di assistenza sanitaria, i limti di mancanza di una vera pianificazione dei fabbisogni e delle copertura delle posizioni sanitarie soprattutto apicali sono di giorno in giorno sempre più allarmanti senza che si vedano all’orizzonte decisioni o scelte, nazionali, regionali e locali, in grado di invertire la rotta. E così, come nel caso di Leno, si assiste impotenti allo sfascio della sanità pubblica.