Continuano le indagini della procura sulla morte di Diva Borin, l’86enne che lo scorso primo marzo è stata trovata senza vita sul divano di casa. Il nulla osta alla sepoltura non è ancora stato concesso per consentire nuovi acccertamenti sul corpo, ma – secondo l’autopsia – la donna sarebbe stata strozzata (forse con un foulard), mentre contemporaneamente le venivano tappati naso e bocca. Un quadro che starebbe orientando gli investigatori verso il coinvolgimento di più di una persona nell’omicidio.
In qualsiasi caso la certezza è che l’assassino (o gli assassini) ha sistemato la casa prima di andarsene, cercando di fare sparire ogni prova. La donna è stata infatti trovata sul divano e la scena non presentava segni di colluttazione. Il letto era perfettamente fatto (anche se l’omicidio risale all’1 di notte) e nessuno sembra aver rovistato in casa alla ricerca di denaro e preziosi.
Quanto al movente, la principale pista investigativa rimane quella economica con il testamento rivisto più volte dalla donna e la polizza vita entrata in vigore giusto due giorni prima del decesso. Nell’ulltima versione, secondo le indiscrezioni emerse, a spartirsi i beni sarebbero stati il nipote e un 37enne – dipendente di un vicino supermercato – che la aiutava nelle faccende quotidiane.