La notizia sta circolando da qualche giorno sui media. Ma la novità è che farà tappa anche nel Bresciano – alla discoteca Qi Clubbing di Erbusco, al confine con Rovato – il tour dell’ex fotografo dei vip Fabrizio Corona, uscito lo scorso febbraio dal carcere dopo la questione dei soldi trovati nel controsoffitto di un’abitazione nelle sue disponibilità.
L’appuntamento è fissato per il 24 marzo e il prezzo è fissato in 279,99 euro. Per quella cifra, i partecipanti al workshop – 100 il numero massimo – potranno assistere per una decina di ore alle “lezioni” di Corona sui temi del “digital journalism, della comunicazione e del marketing”. Ma anche, come specificato dal volantino promozionale, “mettersi in mostra (…) partecipando ai casting che verranno fatti per trovare aspiranti personaggi del mondo dello spettacolo; aspiranti scrittori/gestori di rubriche per il Corona Magazine; aspiranti investitori che vogliono investire nelle proprie idee”. Inoltre i presenti potranno fare una story su Instagram insieme all’ex fotografo. Infine avranno in omaggio una maglietta e un accendino firmati Adalet, oltre a una copia dell’ultimo libro di Corona “Non mi avete fatto niente”.
Nel frattempo, però, fa discutere anche il volantino promozionale dell’iniziativa, in cui – secondo quanto riportato da Bresciaoggi – si leggerebbe della possibilità di “passare una giornata con Fabrizio Corona per seguire delle lezioni importanti incentrate su tre tematiche: digital journalist (invece che journalism, ndr), comunicazione & marketing, come sviluppare un brand”, annunciando quindi che “alla fine del workshop verrà evidenziata la partecipazione svolta e ad ogni partecipante verrà rilasciato un’attestato (con l’apostrofo nonostante sia maschile, ndr). E ancora: “Affrettatevi per non perdere questa grande oppurtunità! (invece che opportunità, ndr)”. Un testo che sembra avere oggettivamente poco a che fare con le lezioni sul digital journalism e la comunicazione. Ma qualcuno dirà che era tutto voluto, perché la filosofia di Corona è quella del “bene o male, l’importante è che se ne parli”.