In casa di una delle formazioni più forti d’Europa, l’An Brescia lotta per quattro tempi ma non riesce ad evitare la sconfitta: contro il Radnicki Kragujevac, nel sesto turno del girone preliminare di Champions League, il sette bresciano viene superato per 12 a 8 (3-1, 5-3, 3-1, 1-3, i parziali), risultato che consolida il primato della compagine serba (che è a punteggio pieno) nel gruppo B della rassegna continentale, e che non intacca la seconda posizione in solitaria dell’An. Infatti, il Partizan Belgrado, che partiva staccato di 3 punti dai ragazzi di Sandro Bovo, è stato battuto, a Berlino, dallo Spandau, per cui l’aggancio non si è verificato.
Nell’incontro di stasera – seguito da un foltissimo e calorosissimo pubblico, tra cui figurava anche il ministro dello Sport serbo, Vania Udovicic, grande campione che fino all’anno scorso giocava proprio nel Radnicki -, sono emerse due considerevoli qualità della squadra guidata da Dejan Jovovic: l’efficace difesa a pressing e la freddezza nel concretizzare le fasi offensive a uomini pari. Su dodici segnature, 6 sono state dal perimetro, 3 dai due metri, 1 in controfuga, 1 su rigore e 1 soltanto in superiorità (su 8). Altro dato indicativo riguarda il principale riferimento della difesa, Damir Buric, che non è mai stato espulso (ed ha siglato 3 reti). Insomma, volendo proporre una chiave di lettura, si può dire che il Radnicki ha fatto valere, oltre all’eccezionale livello tecnico del proprio gruppo, la maggiore abitudine alle sfide di alto livello. A fronte di tutto questo, l’An non ha sfigurato, provando sempre a ribattere colpo su colpo, difendendo molto bene in inferiorità, limitando al massimo una bocca da fuoco come il mancino Filip Filipovic – neanche un gol per lui, stasera – e facendo segnare un discreto 4 su 8 con l’uomo in più. Per i biancazzurri, la nota positiva della giornata sta nel non aver mai mollato, nell’aver sempre tentato tutto il possibile per dare filo da torcere a un avversario di livello assoluto; questa considerazione può, e deve, fornire una linea guida nel cammino di crescita.
«Come sempre, la sconfitta – commenta il tecnico Bovo – non è piacevole, ma sono comunque contento: non ci siamo mai disuniti, abbiamo continuato a lavorare anche quando eravamo sotto di 6, ci abbiamo sempre messo cattiveria e spirito agonistico. L’uomo in meno è andato bene, così come l’uomo in più. Loro sono stati superiori a livello di esperienza, a livello di abitudine ai match con grande stress. Affrontando centroboa come Zlokovic e Korolija, dovevamo utilizzare la difesa a zona, e ci hanno punito da fuori. In ogni caso, Zlokovic è riuscito a fare due gol e a procurare un rigore: dovevamo stare più attenti».