Rebecchi: l’indagato rischia di diventare colpevole a vita

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Condannato nei titoli di prima pagina, assolto in un box in fondo alle pagine di economia. La questione posta su Bsnews.it da Ettore Lonati fa discutere (da tempo) anche il mondo politico. E trova perfettamente concorde anche chi, come Aldo Rebecchi, milita da sempre a sinistra.

Ha ragione Lonati?
Assolutamente sì. I media dovrebbero trattare con la stessa visibilità le situazioni negative e quelle positive. Capisco che l’assoluzione faccia meno clamore dell’avvio di un’indagine, ma i giornali non possono dimenticare che il loro operato ha un forte impatto sulla formazione dell’opinione pubblica.

Ritiene che esista un problema strutturale rispetto a come l’informazione affronta la cronaca giudiziaria oppure che si tratti di una situazione legata a determinati casi?
Il problema sta nel meccanismo. E i media devono agire con particolare cautela perché le loro scelte hanno conseguenze pesanti. Si è creata una dinamica per cui l’indagato o l’accusato – soprattutto se sono personaggi noti – vengono sanzionati preventivamente dall’opinione pubblica. E, anche di fronte a un’assoluzione, la gente non cambia idea: ho amici che, ancorché completamente scagionati da qualsiasi accusa, sono ancora additati come malfattori nei pettegolezzi e per strada. Inoltre non va dimenticato che quando parliamo di imprenditori noti o politici la sanzione, a partire dalle dimissioni, diventa praticamente immediata.

Berlusconi, mi permetta la provocazione, potrebbe sottoscrivere. Questo discorso vale anche per lui?
Da sempre dico che Berlusconi va trattato come ogni altro cittadino. Sia quando si fanno le leggi, che non possono essere ad personam, sia quando ne si parla sulla stampa. Questa è una delle ragioni per cui ho subito condiviso le posizioni di Luciano Violante. Oltre al fatto che avrei evitato, in tempi di profonda crisi economica, di tenere inchiodato per mesi il Paese sul caso.

Ma la questione di come l’informazione tratta determinati temi si può risolvere?
Difficile indicare una soluzione. I giornalisti fanno il loro mestiere, chi bene chi meglio come tutti. Ma devono essere più consapevoli delle loro azioni e di ciò che provocano nell’opinione pubblica. Tanto più oggi che la gente è delusa dalle mille malefatte compiute dalla sua classe dirigente ed è difficile fare distinzioni.

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