Rivoluzione A2A: addio al duale e via libera alla vendita di quote

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Sarà superato il duale e si tornerà al più classico Consiglio di Amministrazione unico, e contemporaneamente si venderanno quote societarie fino a che, al massimo, i due comuni possiederanno il 50% complessivo delle azioni, più due. Con le delibere di giunta approvate ieri dai due comuni di Brescia e Milano si dice ufficialmente addio alla gestione duale della partecipata nata dalla fusione tra Asm e Aem.

I prossimi passaggi verso la cessione delle quote sono quelli in Commissione Partecipate, nella giornata di domani, e il 19 dicembre in Consiglio Comunale. Come anticipato, le approvazioni sono avvenute in contemporanea, con anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia che, in costante contatto telefonico con il collega bresciano, ha approvato la delibera sulla multiutility. Nel documento è stato anche approntato il nuovo patto di sindacato che ora dovrà essere discusso. 

A margine della riunione di Giunta Del Bono si è detto soddisfatto del passaggio strategico per le sorti della Loggia, la nuova governance consentirà al comune di ridare snellezza gestionale all’azienda e anche di fare cassa, con la vendita del 2,5% delle quote.
(a.c.)

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1 COMMENT

  1. Eccola qua la vera, grande novità su A2A: fare cassa il più velocemente possibile per riossigenare la spesa corrente. Decidono tutto i due sindaci, di Brescia e di Milano, con i rispettivi (si spera, ma non si sa nulla…) consulenti, una veloce delibera di Giunta e via in Consiglio a farsi certificare le scelte dalle rispettive maggioranze bulgare.
    In relatà, la complessità del ridisegno di A2A, dalla vendita di quote ad investitori istituzionali (?), dalla governace ai nuovi patti parasociali, dal nuovo ruolo dei manager alle prospettive di indirizzo strategico, avrebbero meritato ben altro coinvolgimento, discussioni ed informazioni preventive e dettagliate non solo ai consiglieri (i rappresentanti) ma anche e soprattutto ai cittadini (i rappresentati). Tutto come da vecchio copione: la politica restituisce alla cittadinanza urgenti pacchi già confezionati con parecchie sorprese all’interno. Salvo poi piangere tutti insieme calde lacrime, anni dopo, sui Metrobus o le fusioni di ASM con AEM…

  2. Mettomo in vendita, chiusi nelle segrete stanze, il patrimonio per far fronte alle necessità del quotidiano. La prassi è la stessa cui abbiamo assistito in occasione della scelta di costruire la voragine ingoia ricchezza della Metropolitana e in occasione della uccisione della gallina dalle uova d’oro ASM, incorporata in AEM. Perché gli amministratori non convocano pubbliche assemblee per discutere coi cittadini, tra i quali vi è certo chi ha competenze ben maggiori di loro. Io voglio sapere quali sono le condizioni della cessione: sono certo di capirci più di loro. Vogliono vendere le azioni sul mercato? A questi prezzi? Inoltre: si rendono conto che se così fosse ci sarebbe un crollo delle quotazioni che penalizzerebbe, una volta di più, i risparmiatori che han le azioni A2A in portafoglio? Ecc.

  3. Condizioni della cessione ? Sembrerebbe un prezzo di favore (sconto sulla quotazione ufficiale) ad investitori istituzionali mentre il titolo, ovviamente, già cede e si allontana di molto dalla soglia psicologica di 1 euro. Il problema è che si spostano in un giorno milionate di euro in più o in meno su un titolo che valeva 3 euro al momento della fusione. Tutto accadrà in pochi giorni con minime informazioni pubbliche, due o tre sedute a raffica della Commissione Bilancio e Partecipate, un paio di audizioni degli amministratori magari a porte chiuse, voto bulgaro in Consiglio e massime trattative private: c’è da scommetterci e lo si vedrà quando verranno fuori i nuovi patti parasociali ed i nomi del nuovo poltronificio. C’è anche un problema politico, di rappresentanza, ma nessuno se ne accorge.

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