(a.c.) Alla fine l’ordinanza di sgombero è stata attuata: ieri mattina agenti di polizia locale e funzionari del comune hanno messo i sigilli alla cascina del Parco Gallo, un punto di ritrovo strategico, a due passi dal cuore direzionale della città.
La vicenda parte da lontano, il contenzioso tra Loggia ed i nove soci della "Compagnia del Parco" che hanno in gestione la cascina si protrae da anni. Ne abbiamo parlato già un anno e mezzo fa (leggi la notizia: http://www.bsnews.it/notizia.php?id=8860): secondo il comune il contratto d’affitto è scaduto, non secondo i gestori che dal 2009 non intendono andarsene, anche per non "perdere" la grossa somma investita per la ristrutturazione della cascina (un miliardo e mezzo di costo, secondo la "Compagnia"). Deciderà tutto il giudice.
Nel frattempo, ieri, la cascina è stata svuotata dagli alimenti deperibili e da tutti gli oggetti di chi l’aveva in gestione. Sulla porta è comparso anche un cartello ironico: "La Cascina del Parco Gallo chiude per incompatibilità di carattere".
I sigilli bisognerebbe metterli alla Loggia. A chi giova la cascina chiusa? Un’occasione di socialità in meno per il quartiere, meno vita e frequentazione in un parco che l’amministrazione abbandona a se stesso, al di la’ di tutti i proclami sulla sicurezza. E tutto ciò solo perché chi gestisce la cascina appartiene a una parrocchia diversa dalla compagnia delle opere. Vergogna!