Il Provveditore scolastico Maria Rosa Raimondi in visita al Moretto dopo la rissa

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(a.c.) Martedì la rissa tra albanesi e ghanesi, scoppiata dopo giorni di tensione durante i quali il preside aveva persino segnalato ai Carabinieri la difficile convivenza tra gruppi di ragazzi di etnie differenti. Ieri, mercoledì, il giorno dell’indignazione cittadina, delle accuse alla società da parte di Lotta Studentesca e della visita all’istituto da parte della dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Maria Rosa Raimondi.

Mentre l’attività scolastica all’interno delle classi si svolgeva regolarmente, la dirigente ha avuto modo di approfondire i fatti di martedì, e di parlare a lungo con gli insegnanti. Le dichiarazioni della professoressa Raimondi al Giornale di Brescia in edicola stamane: «Ho avuto modo di raccogliere dagli insegnanti alcuni elementi di criticità e mi sono fatta carico di approfondirli per una ricerca di soluzioni. Ho potuto constatare un livello di attività eccellente, con risultati ragguardevoli nei laboratori di meccanica e di idraulica, da far conoscere e da valorizzare. È stata un’occasione di dialogo, utile per raccogliere osservazioni e per rinnovare la fiducia, incoraggiando a perseverare nell’impegno con la giusta severità nelle situazioni che la richiedono».

La "difesa" della scuola è affidata al preside, Luigi Guizzetti: «La scuola non è fuori controllo: gestisce con le risorse di cui dispone una situazione complessa. Si è verificato un fatto grave, ma isolato. Ci sono momenti di difficoltà, va messo in conto che qui arrivano molti studenti con percorsi scolastici non lineari, non portati allo studio e con famiglie non sempre in grado di supportarli: la scuola lo fa egregiamente, a giudicare dai risultati in uscita, con esiti lavorativi buoni se non eccellenti. Arriva chi non conosce una parola d’italiano e conquista il diploma: non un pezzo di carta, ma una formazione valida. Questo grazie al lavoro eccezionale dei docenti, ogni giorno sulla frontiera, nelle classi numerose».

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1 COMMENT

  1. Il modo migliore per gestire queste difficili situazioni è personalizzare i percorsi d’apprendimento e tutelare da vicino l’andamento organizzativo e didattico ??? Soluzione: generare l’anno prossimo la scuola più corposa di Lombardia Castelli+Moretto con 2300 studenti ….. Ricordati elettore questi personaggi: Tremonti-Gelmini-Pel i (eh sì sì a livello provinciale l’assessore è parecchio responsabile)-Aprea- Formigoni ….

  2. Questo è quello che succede ha mandare per forza a scuola i ragazzi dopo le madia. Una volta si entreva nel mondo del lavoro a 15 anni, oggi invece questo indirizzo crea lazzaroni e delinquenti, io spero che qualcuno abbia il coraggio di far tornara le cose come prima …..non hai voglia di studiara ? vai a lavorare.

  3. Definirti con scarse risorse mentali sarebbe troppo facile. Come si puo liquidare una faccenda cosi grave tirando in ballo gente che su questa faccenda non ha nessuna responsabilità.La scuola deve rimanere un luogo prima di tutto di apprendimento,come si puo pensare che cio avvenga con la presenza di ragazzi che non ne vogliono sapere nulla di apprendere tramite la scuola ch entrino subito nel mondo del lavoro! il mondo non puo essere di soli Avvocati servono anche i manovali.

  4. i manovali di una volta con la quinta elementare erano + istruiti dei diplomati di oggi, almeno per quanto riguardava le regole basilari della matematica. Qindi il problema non è se farli studiare o no ma permettere agli insegnanti di insegnare, non continue lamentele da parte dei genitori x i compiti, per i voti ecc. scaricando le colpe sempre sugli altri, quindi spostare la responsabilità di ciò che i ragazzi fanno a cuola sulle famiglie come avviene all’estero e fare le classi differenziate. Perchè a forza di giustizia si diventa giusti con gli ingiusti e ingiusti con i giusti.

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