Ricorso al Tar contro il parcheggio metrobus al Prealpino e la “nuova colata di cemento”

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Un ricorso al Tar contro il parcheggio del capolinea nord del metrobus  che dovrebbe cancellare il frutteto Santini. Il Comitato per Casazza, il 26 aprile scorso ha presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per annullare la delibera dell’accordo tra Fraterna Santini e Comune di Brescia e le nuove previsioni dello strumento urbanistico PGT. Nel mirino, più che il parcheggio, le nuove costruzioni che sorgeranno lì accanto consentite dall’accordo. 

"Si contesta che il Comune – si legge in una nota del comitato – conceda a Santini l’edificazione di 6 condomini da sette piani in un’area ambientalmente già compromessa a causa della presenza della Tangenziale Montelungo e della via Triumplina, invece di tutelare le aree verdi residue, quali il frutteto, che costituiscono un polmone verde indispensabile a contrastare l’inquinamento da traffico veicolare della zona".

"Il Comune inoltre – prosegue il comitato – non ha tenuto conto della VAS (Valutazione ambientale strategica) che era stata redatta prima del PGT (Piano di governo del territorrio) e dei pareri autorevoli dell’ARPA (Agenzia regionale protezione ambiente) in merito alla tutela dell’ambiente e dell’ASL in merito alla salute dei cittadini, che hanno dichiarano inedificabili le aree a ridosso delle tangenziali.

La nuova destinazione urbanistica comporta non solo l’eliminazione del verde, ma anche l’aumento del peso insediativo e l’aumento del traffico, che andrebbero a sommarsi agli effetti che comporterà la costruzione, prevista nella stessa area, della stazione di testa "Prealpino" della linea Metrobus, dei parcheggi scambiatori e del deposito degli autobus extraurbani. Il tutto inciderebbe sulla viabilità del quartiere e ulteriormente sulla già pessima qualità dell’aria, nonché sul valore di mercato delle abitazioni circostanti. Il terreno si trova fuori dal tessuto urbano consolidato e peraltro in città sono ancora da consumare le aree destinate all’edificazione del vecchio Piano regolatore e le ex aree industriali dismesse, inoltre, nei precedenti Piani regolatori l’area in questione era considerata di pregio paesaggistico ed agricolo. Non sussiste quindi la necessità in città di costruire nuovi insediamenti abitativi essendo migliaia quelli sfitti e invenduti, basti ricordare tra i tanti il Parco S.Antonio, la Torre Futura e le tre torri situate a sud della città accanto alla tangenziale. Questa azione legale – conclude la nota – è stata condivisa da buona parte dei cittadini del quartiere che si sono riuniti in assemblea e hanno deciso di sostenere le nostre istanze".

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