Brescia chiede ancora verità e giustizia. E iniziato questa mattina il processo d’appello per la strage di piazza Loggia. A 38 anni dall’eccidio che uccise 8 persone e ne ferì un centinaio al Palagiustizia si prova ancora una volta a dare un nome e un volto ai responsabili di quell’attentato. Si tratta del decimo processo e della terza istruttoria.
Di fronte al presidente Enzo Platé, al giudice a latere Massimo Vacchiano e ai sei giudici popolari, l’accusa, rappresentata dal procuratore Roberto Di Martino e dal sostituto procuratore Francesco Piantoni tenterà di ribadire e rafforzare la tesi che a pianificare l’attentato siano stati ambienti veneti dell’estrema destra eversiva appartenenti a Ordine Nuovo. Secondo la Procura vi sarebbero nuovi elementi, emersi proprio nelle scorse settimane, da far pesare e per questo ha chiesto la rinnovazione del dibattimento (in pratica ha chiesto di sentire nuovi testi). Gli elementi che potrebbero ribaltare la sentenza di primo grado – che assolse per la vecchia insufficienza di prove i 5 imputati – sono essenzialmente tre: nuove testimonianze che confermerebbero le dichiarazioni di Carlo Digilio, ex agente della Cia deceduto nel 2005; la testimoninza di Fulvio Felli, il carabiniere incaricato di seguire Maurizio Tramonte, la cosiddetta «fonte Tritone», che avrebbe permesso di retrodatare le famose «veline» venute alla luce solo nel 1992; il racconto del collaboratore Giampaolo Stimamiglio, che avrebbe fatto il nome di un attivista di destra allora 17enne che avrebbe avuto un ruolo operativo nella strage.
Intanto ieri uno degli imputati, Carlo Maria Maggi, ha fatto sapere che oggi non sarà in aula. “’Domani non ci vado – ha detto ieri Maggi all’agenzia Ansa – ci saranno solo i miei avvocati. Ma sono certo solo che io non c’entro nulla. ‘Sono 30 anni che mi perseguitano prima l’ attentato di Piazza Fontana; poi Piazza della Loggia. Per il primo mi hanno prima condannato all’ergastolo e poi assolto; per il secondo subito assolto. Speriamo bene”. ”Mi hanno coinvolto in tutti i processi; già che c’erano potevano tirarmi in ballo anche per la strage di Bologna”.
Un paese non è veramente libero se non sa dare ai propri cittadini la verita’.