Bragaglio (Pd) all’attacco: Paroli e A2A hanno gestito male la vicenda Edison
Paroli e A2A hanno gestito male la partita Edison-Edf. Ed è condivisibile il giudizio di Bruno Tabacci. A dirlo è il consigliere comunale del Pd Claudio Bragaglio che in una nota attacca i vertici dell’azienda e della Loggia, rilanciando fra l’altro la proposta di un’alleanza strategica tra via Lamarmora e Lgh-Cogeme.
ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO:
La recente vicenda di A2A, Edison e Edf ha fatto emergere molti nodi irrisolti, tra cui l’incapacità del Governo di praticare scelte alternative per contrastare o condizionare la “conquista” francese di aziende nazionali e di settori strategici.
La conclusione è stata un accordo, peggiorativo e rischioso, con Edf per il riassetto di Edison.
Sulle decisioni assunte da A2A, Brescia è stata purtroppo uno spettatore passivo e subalterno all’azienda. Il Consiglio Comunale è stato totalmente escluso. La mozione del P.D. sul ruolo di Brescia in A2A, depositata nell’aprile del 2009, tra affossamenti e rinvii della Giunta Paroli, è stata fatta friggere per poi essere carbonizzata. L’attività pur meritoria della “Commissione Società controllate” non ha potuto andare oltre le “audizioni”, con i consiglieri semplicemente informati, a volte persino con incontri preceduti da interviste sui giornali, rilasciate dagli amministratori convocati. Per quanto poi riguarda tutti gli altri Comuni bresciani o le forze sindacali e produttive, pur vitalmente interessati ad A2A, dalla Giunta sono stati semplicemente ignorati.
Nel frattempo sono emerse nel centro destra discussioni e profonde divisioni, con la città e le forze sociali ridotte al ruolo di lettori e di spettatori.
Eppure le più importanti questioni aperte sono chiare. Come chiari sono i giudizi molto critici riguardanti l’incapacità della gestione aziendale e l’attuale modello di “governance”, che sono stati espressi in modo convincente dall’on. Tabacci, assessore del Comune di Milano.
Primo. Le società Hera ed Iride (Bologna e Torino), oggi su impulso dell’on. Fassino, sindaco di Torino, mettono in conto un comune ed interessante percorso di multiutility del Nord (con fusione e altro). L’assessore Di Mezza dice di no. Pensa sia un’operazione politica. Eppure tutti sappiamo che il modello di riferimento è quello della RWE tedesca e che la sfida è a livello di società dei servizi che abbiano potenzialità finanziarie e di reti tali da reggere dure competizioni, in modo da non diventare una “colonia” francese o tedesca. Ed è su questo terreno che si gioca anche l’autonomia reale dei poteri locali.
Secondo. Si deve partire, subito e concretamente, dalla ricerca d’una più stretta collaborazione con Linea Group. Il vice sindaco Rolfi la chiama “modello padano”. Lasciamoglielo credere. In realtà è l’auspicabile unificazione di società di servizi nella Lombardia orientale e sul territorio bresciano.
Terzo. Il rapporto molto critico di A2A con il territorio è un fatto vero. Ma, come a suo tempo ha sostenuto l’avv. Giuseppe Onofri, vi sono diverse modalità di organizzazione e di tutela delle autonomie territoriali (enti locali, lavoratori, aziende) anche nell’ambito di una multiutility. Ma la giunta Paroli nulla ha fatto al fine d’una valorizzazione della territorialità bresciana.
Quarto. Il modello di “governance duale” alla prova dei fatti non funziona e va superato. Un’opinione, questa, che ho avuto modo di sostenere da molto tempo. Ha poco senso dire, come fa l’assessore Di Mezza, che si sa che non funziona, ma adesso siccome tocca a noi la presidenza della gestione, quindi il modello non si tocca. Preferendo così la presidenza d’un sistema non funzionante, piuttosto che una posizione chiave in un modello di governance tradizionale, funzionante come in tutte le aziende industriali. Quella di Di Mezza è solo un’angusta logica di potere, disinteressato verso ciò che si ritiene davvero necessario per A2A e per il futuro di Brescia.
Su tutti questi temi, e su altri non meno importanti, è indispensabile che, soprattutto in un momento di così grave crisi economica, e con la necessità di far assolvere ad A2A un ruolo di sviluppo del territorio e della sua rete di imprese, si apra un vero confronto, a partire dal Consiglio Comunale, che investa tutta la società bresciana.