Bragaglio e Albini: il consiglio non poteva tacere

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    In sede di Consiglio Comunale si è registrata una polemica sulla vicenda della sentenza sulla strage di piazza Loggia che poteva e doveva essere evitata. La responsabilità di tutto ciò ricade unicamente su chi ha preteso di impedire che il Consiglio Comunale, intepretando un sentimento diffuso dei cittadini, potesse civilmente ed in maniera condivisa, affrontare il problema d’una sentenza per una strage che rimane senza verità e giustizia,

    Ritenere che mentre si sta sviluppando un serrato e doloroso dibattito – tra i cittadini, sui giornali, in iniziative pubbliche, nelle scuole, tra le forze sindacali, culturali e sociali, con un’eco significativa, seppur polemica, al Parlamento e nelle parole del Ministro degli Interni, presente a Brescia – dovesse essere escluso da tutto ciò il Consiglio Comunale, ha rappresentato un errore ed una inaccettabile diminuzione di ruolo dell’istituzione più rappresentativa della città.

    Quale segnale alla città sarebbe stato il silenzio totale del primo Consiglio Comunale convocato all’indomani d’una nuova sentenza assolutoria? Certamente, in primo luogo per rispetto alla memoria dei caduti ed ai familiari, il confronto meritava d’essere svolto, sia per i toni che con lo spirito di unità della città, come giustamente aupicato nel suo intervento dal consigliere Alfredo Bazoli . Ciò era possibile, considerando che la richiesta avanzata da tutte le minoranze consiliari – un confronto aperto da una Comunicazione del Sindaco, con successivi brevi interventi dei soli Capigruppo – era stata accettata dalla Lega. E che il Sindaco stesso aveva fatto conoscere la propria disponibilità per una Comunicazione.

    Dunque il solo Gruppo del PdL si è opposto al confronto in Consiglio e per ragioni collegate alla dichiarazione espressa dall’on. Viviana Beccalossi, che aveva suscitato un generalizzato rigetto. Pensare che un Consiglio Comunale debba essere amputato dall’esercizio delle sue funzioni, su una vicenda così importante per la storia, la vita e la sensibilità della nostra comunità, per tutelare un’esponente politica che ha fatto dichiarazioni del tutto inaccettabili e tese a negare per piazza Loggia la matrice della destra fascista ed eversiva, ci è parso del tutto inaccettabile e non poteva passare sotto silenzio. La proposta, fatta dalla Presidente del Consiglio, di un incontro del Consiglio Comunale con i familiari delle vittime è certamente da condividere, ma non può essere considerata alternativa ad un pronunciamento del Sindaco e ad un confronto dei Capigruppo in sede istituzionale che si sono voluti impedire ponendo un veto politico del tutto improprio.

    Vi sono aspetti profondamente umani che attengono ai valori di vicinanza, commozione e solidarietà verso le famiglie dei caduti. Ma, come ha giustamente sottolineato giorni fa Manlio Milani, vi sono condizioni che riguardano l’incancellabile verità della matrice di destra eversiva della strage, la necessità di abolire il segreto di stato sulle stragi, il disarmo delle ideologie di violenza. Sono questi temi propri anche d’un serio e civile confronto politico aperto in città e da cui un’istituzione come il Consiglio Comunale di Brescia non poteva né doveva essere escluso per un inaccettabile veto del PdL.

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