▼ Sicurezza sul lavoro, Massetti (Confartigianato): reprimere non basta, bisogna educare

"Ogni infortunio, fino alle ultime intollerabili disgrazie avvenute nelle ultime settimane sul nostro territorio, interrogano le coscienze e ci impongono di trovare risposte efficaci per difendere il valore della sicurezza sui luoghi di lavoro. Un argomento che crediamo sia da trattare con oggettività e ponderazione senza reagire sull’onda dell’emotività"

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Eugenio Massetti, Confartigianato, foto Andrea Tortelli (BsNews.it)

«Ogni infortunio, fino alle ultime intollerabili disgrazie avvenute nelle ultime settimane sul nostro territorio, interrogano le coscienze e ci impongono di trovare risposte efficaci per difendere il valore della sicurezza sui luoghi di lavoro. Un argomento che crediamo sia da trattare con oggettività e ponderazione senza reagire sull’onda dell’emotività. Reprimere non basta. Confartigianato sostiene da sempre che le armi più potenti per combattere i rischi sul lavoro siano la prevenzione e la formazione. La cultura della sicurezza sul lavoro deve iniziare addirittura già in famiglia e a scuola, al pari delle altre materie di studio e dei valori verso i quali educare i giovani. Del resto, come non considerare che gli studenti di oggi saranno i lavoratori e i datori di lavoro di domani. Anche in questo si misura il grado di maturità di un Paese». Così Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia interviene sul tema della sicurezza sul lavoro in occasione del Primo Maggio. Una conquista di civiltà, un patrimonio prezioso di cui avere cura e da alimentare ogni giorno. Lo sanno bene i piccoli imprenditori artigiani che lavorano spesso fianco a fianco con i propri dipendenti.

INIZIATIVE – Per aiutare le realtà aziendali a disbrigarsi nella complessa burocrazia in materia di sicurezza in ambiente di lavoro Confartigianato Imprese Brescia ha da sempre attivo un servizio ad hoc dedicato alla sicurezza sul lavoro con consulenti a cui l’imprenditore si rivolge per l’assistenza necessaria e lavorare in serenità. Un impegno che si traduce in un supporto continuativo e un’assistenza globale nella gestione di tutti gli adempimenti ed i comportamenti richiesti dalla legge, rispettando le scadenza imposte. L’Area Servizi Tecnici e Formativi affianca le aziende analizzandone il ciclo produttivo per prevenire e individuare eventuali criticità. Solo nel 2023 l’area ha operato realizzando numeri in crescita: 927 sono state le analisi di valutazione dei rischi in ambienti di lavoro con rilievi strumentali e verifica periodica; 203 le valutazioni esposizione rumori e vibrazioni; 815 i modelli Unici di Dichiarazione Ambientale,115 le autorizzazioni al trasporto e stoccaggio rifiuti; oltre 200 i corsi tenuti per un totale di 1.540 ore di formazione erogate ad oltre mille imprese e circa 1.800 dipendenti.

“PATENTE A PUNTI” – «La sicurezza sul lavoro non è solo un obbligo di legge, ma anche una modalità per operare: gli incidenti sul lavoro, oltre a rappresentare un valore sociale e umano negativo, costituiscono uno svantaggio competitivo per le imprese, in termini di costi legali, sanzioni, giornate di lavoro perse e ritardi nelle consegne. L’adeguamento agli obblighi di prevenzione porta a una migliore efficienza produttiva. È un punto di partenza sul quale poi si innesta il sistema di norme, di regole e di relazioni tra le parti sociali. Le leggi servono, certo, ma la sicurezza non si può limitare alla sola burocrazia. Anche qui c’è bisogno di razionalità e buon senso. Il nostro sistema normativo su salute e sicurezza è ancora caratterizzato da eccessiva complessità sia nella formulazione che nell’attuazione con interpretazioni a volte discordanti e non univoche delle norme – precisa Massetti. Pensiamo all’ultima “novità”: come Confartigianato siamo contraria all’istituzione di una ‘patente a crediti’ in edilizia – e in altri ambiti – un meccanismo farraginoso e pieno di incertezze e lacune applicative, destinata a non produrre alcun risultato positivo in termini di riduzione degli infortuni, mentre rischia di trasformarsi nell’ennesimo balzello burocratico sulle spalle degli imprenditori edili, in particolare le piccole imprese, che duplica oneri economici e adempimenti amministrativi rispetto a quelli già esistenti».

“TEMA CONTROLLI” – «Bene incrementare il numero degli ispettori e dei controlli, ma contestualmente serve avviare dei momenti di confronto preventivi con le associazioni di rappresentanza e gli enti bilaterali di settore. Nel tempo, questo, potrebbe diventare una misura efficace soprattutto se le ispezioni diventeranno momenti di prevenzione, non soltanto di repressione. Così come chiediamo le sanzioni non servano solo “a fare cassa” ma siano finalizzate a fornire delle prescrizioni utili a mettere al centro la cultura della prevenzione che dobbiamo percorrere insieme, senza pregiudizi nei confronti delle imprese, per combattere alla radice gli incidenti alla cui base spesso vi è la scarsa attenzione e l’eccessiva confidenza. Cattive abitudini che non sono più ammissibili, così come non è tollerabile che oggi un luogo di lavoro sia insicuro» conclude Massetti.

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