▼ Colombe tarocche, il Consorzio Pasticceri: vanno fatti i nomi
“Il Consorzio Pasticceri di Brescia stigmatizza negativamente come vengono veicolate le notizie di frodi e scarsa igiene riscontrate nelle pasticcerie senza indicare i soggetti interessati”. A dirlo è una nota del presidente Luigi Groli, che commenta il caso delle due pasticcerie bresciane scoperte a vendere panettoni industriali come artigianali. Trascurando però il fatto che i nominativi delle persone e delle attività sanzionate non vengono solitamente diffusi dalle forze dell’ordine per evidenti questioni di privacy relativi a soggetti che potranno far eventualmente valere le proprie ragioni nelle sedi opportune prima di essere, nel caso, definite colpevoli.
“Purtroppo – afferma Groli nel suo comunicato – ogni anno si ripete questo grosso problema; poche Pasticcerie, in questo caso 2, con il loro agire screditano tutto il comparto. Il Consorzio Pasticceri, fondato per elevare la qualità e l’etica professionale ritiene ‘un cancro’ ogni comportamento difforme e desidera tutelare la stragrande maggioranza dei colleghi che con serietà svolge il lavoro con professionalità e maestrìa”.
“Non si può generalizzare mettendo tutta la categoria in cattiva luce”, incalza il Consorzio. Ma va comunque rilevato – per dovere di cronaca – che il problema in questo caso non è certo “come vengono veicolate le notizie” e che nessuno ha generalizzato. I media si sono limitati a riportare la notizia delle irregolarità che sarebbero state rilevate in due pasticcerie (non ne sappiamo i nomi: se il Consorzio li conosce e lo ritiene legittimo può divulgarli) e mai hanno attribuito i comportamenti di queste all’intera categoria.