▼ In 96mila nella lista nera di Putin: tra loro anche due bresciani “sconosciuti”

Si tratta di Giovanni Arsenio Scaroni e Renzo Fusco: entrambi collegabili a Lumezzane. Ma sul loro conto non ci sono molte informazioni

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Foto da Flicr, DAVOS-KLOSTERS/SWITZERLAND, 28JAN09 - Vladimir Putin, Prime Minister of the Russian Federation captured during the 'Opening Plenary of the World Economic Forum Annual Meeting 2009' at the Annual Meeting 2009 of the World Economic Forum in Davos, Switzerland, January 28, 2009. Copyright by World Economic Forum swiss-image.ch/Photo by Remy Steinegger

Sarebbero ben 96.572 le persone che sono finite sulla lista nera del dittatore Vladimir Putin e tra questi ci sarebbero anche alcuni italiani. E due bresciani.

E’ quanto ha diffuso il sito Mediazona, gestito da attivisti anti-putiniani, che avrebbe scovato un documento “istituzionale” con l’elenco dei ricercati. A estrapolare i dati e diffonderli su X (ex Twitter) è stato l’esperto informatico Alessandro Orlowsky, secondo cui sarebbero 25 gli italiani in lista. Compreso il giudice Rosario Aitala della Corte penale internazionale, “colpevole” di aver firmato un mandato di cattura per crimini di guerra nei confronti di Putin.

Tra gli italiani, però, comparirebbero anche due bresciani non noti alle cronache, i cui nomi sono stati rilanciati da centinaia di siti e giornali. Si tratterebbe di Giovanni Arsenio Scaroni, classe 1955, bresciano residente a Lumezzane che avrebbe anche lavorato come operaio in una ditta del posto. L’altro sarebbe Renzo Fusco (classe 1951) originario del Comune di Montecchio Vicentino ma trasferito a Lumezzane (“ridiscusso” e “precedentemente ricercato ai sensi del ts. orr(m)-104/2021 con un ordine restrittivo di non uscita”, si leggerebbe nel documento).

Quest’ultimo avrebbe lasciato numerose tracce sui social, ma nessuno sembra avere informazioni utili sul suo conto, come peraltro non sembrano esserci molti elementi sull’altro valgobbino che comparirebbe nell’elenco.

Resta da capire se l’elenco sia corretto e quali siano le reali ragioni dell’inserimento nella presunta lista nera. Non tutti i nomi, infatti, appaiono collegabili a evidenti questioni politiche. Potrebbe essere il caso dei due bresciani, sempre che la lista sia veritiera.

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