Il caso dei tempi biblici per il rilascio dei passaporti a Brescia e in altre zone d’Italia torna in parlamento. A sollevarlo nuovamente è stato il deputato bresciano di Azione Fabrizio Benzoni, che – nel question time – ha presentato la terza interrogazione sul tema al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Benzoni – che di recente ha anche lanciato un form per la raccolta online delle lamentele – ha sottolineato come i tempi di rilascio rimangano mediamente di quattro mesi nella leonessa, con pesantissimi disagi per i cittadini (viaggi di nozze e trasferte di lavoro saltate, agenzie di viaggi in difficoltà etc).
Il ministro, però, ha sottolineato che la situazione, dovuta soprattutto all’aumento delle richieste dopo il periodo Covid, si starebbe normalizzando. E un contributo decisivo per risolvere il problema dovrebbe arrivare nei prossimi mesi dal fatto che, nei Comuni sotto i 15mila abitanti, i passaporti saranno rilasciati dagli uffici postali.
Nel frattempo, però, poco sembra essere cambiato. Ottenere un appuntamento – prima che il sistema vada in tilt e i posti del giorno si esauriscano – è quasi faccenda da hacker informatici. E, come sottolineato da Benzoni, nonostante le precedenti promesse di Piantedosi nulla si è mosso sulla questione della rimozione del vincolo di territorialità. Un bresciano che passa mesi all’anno in un’altra città per motivi di lavoro o di studio non può presentare domanda in altra questura. Allo stesso modo – anche se gli altri commissariati bresciani hanno molte meno richieste rispetto a quello del Carmine – i residenti dei pochi comuni non compresi nelle liste per Darfo e Desenzano sono costretti a presentare la domanda in città.
Benzoni si è detto pronto a presentare la quarta interrogazione se la situazione non dovesse cambiare. La speranza è che il ministro, nel frattempo, risponda con i fatti.