✴️ Schlein candidata ovunque? Faccia la segretaria e non la “prima attrice” | di Claudio Bragaglio *️⃣
di Claudio Bragaglio* – Alcune riflessioni critiche sull’eventuale candidatura della Segretaria, Elly Schlein – in tutte le cinque Circoscrizioni od in parte – per il voto in Europa. In un personale modesto…decalogo.
Primo. La progressiva occupazione di ruoli – Segretaria del PD, Deputata alla Camera, poi Parlamentare in Europa – ma nell’impossibilità di poterli sommare, quindi non potendo poi farvi fronte.
Secondo. Il rischio della riproposizione del peggior “politicismo”, con candidature istituzionali ritenute strumentalmente funzionali solo ad un interesse di corrente o di partito.
Terzo. Il danno per le altre candidature femminili in Europa, derivato da una obbligata concentrazione degli sforzi sull’esito della Segretaria nazionale. Di conseguenza, delle tre possibili “preferenze” con alternanza di genere, le due rimanenti – come da precedenti esperienze – vanno in netta maggioranza a candidature maschili.
Quarto. L’effetto di imitazione della probabile candidatura in Europa dell’on. Meloni. Nell’illusione di avvalersi della contrapposizione: Meloni-Schlein. Quando il meglio della Segretaria del PD – e la ragione del suo successo congressuale – sta proprio nel suo esplicito rifiuto di queste logiche di potere.
Quinto. La rinuncia – di fatto! – ad un suo ruolo federativo del Centro Sinistra, come suggerito da Prodi. Resa obbligata da una campagna elettorale proporzionale che vede “tutti contro tutti”, in particolare con un contrasto competitivo all’interno del Centro Sinistra. E con Conte del M5S.
Sesto. Il condizionamento esercitato dalle varie e contrapposte correnti interne al PD. Essendo a quel punto la Segretaria stessa “giocatrice” nella contesa interna al PD, sia per la scelta delle candidature, che per le proprie stesse preferenze.
Settimo. Il venir meno quindi anche d’un ruolo “federativo” interno ad un PD, che va invece preservato nel fondamentale pluralismo delle sue varie anime. Sapendo che ne va dello stesso futuro del PD!
Ottavo. Il rischio – sbagliando la partenza – d’una corsa tra chi spinge e chi…no! D’un “redde rationem” – l’ennesimo, ma pure anche estremo – nel PD. Consapevoli che l’irrituale vittoria congressuale di Schlein è risuonata come un “ultimo appello” per il futuro stesso del PD.
Nono. Una corsa sfrenata delle correnti del PD per le “spoglie” europee sarebbe devastante. Vista la posta in gioco, tra guerre, un governo di destra-destra e crisi sociali del nostro tempo. La Segreteria del PD deve sottrarsi a questo rischio. Quindi far correre tutti ed al meglio. In modo che o “tutti si vinca” o “tutti si perda”. Aut…aut. Senza alibi di sorta, furbate e sortite varie, da parte di nessuno.
Decimo. Un’omologazione di Schlein alle vecchie logiche (pur legittime e ragionevoli) dei precedenti dieci (10 in 15 anni!) Segretari del PD farebbe venir meno proprio la sua “diversità” che ha reso possibile quella sua straordinaria vittoria per una diversa guida del PD. Che sola può reggere anche i contraccolpi che – in una situazione che si manterrà difficile – non sono da escludere e su cui si gioca il futuro stesso del PD.
Dai tempi biblici, c’è sempre un tempo diverso dall’altro. Per costruire o, persino, per demolire. Oggi, per il voto europeo, prioritario – a mio parere – è il tempo d’una Segretaria che assuma il ruolo decisivo e strategico della regia per l’intero PD e nell’interesse d’un nuovo Centro Sinistra, entrambi da ricostruire. E non già – pur avendone tutte le motivazioni e le qualità – quello della “prima attrice” in scena!
* Partito Democratico (direzione Lombardia)
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