di Elio Marniga* – L’anno di Brescia Capitale della Cultura è terminato; è finito l’anno dei wow. E’ presto per tirare le somme, per i consuntivi definitivi; al più si possono contare quante stanze d’albergo in più sono state occupate, quanti pasti nei ristoranti e quanti biglietti per l’ingresso nei musei. (A proposito, i miei due biglietti per il museo del Risorgimento devono valere come uno perché la seconda visita mi è stata imposta poiché mi sono intestardito a voler capire che hanno a che fare con il Risorgimento il bustone wildiano di Mussolini, la 25° Brigata Garibaldi, il cattolico conservatore, la cattolica dossettiana e il primo sindaco, socialista; seconda visita inutile la mia, ma la On. Commissione Scientifica, che ha prolungato il Risorgimento rinnovando il Museo, di certo queste connessioni le sa e ce le dirà.)
Dicevo dei consuntivi: è presto per poter rilevare quali combiamenti duraturi nella cultura e nella vita dei Bresciani l’Anno abbia innescato e quindi, in attesa, accantonata la più volte proclamata volontà di diventare la capitale della Lombardia Est con il concorso delle inconsapevoli Cremona e Mantova, attendendo che l’annunciata Temporanea Associazione d’Imprese BS-BG si mostri nel concreto, ritorniamo ai nostri soliti progetti, sogni, problemi.
Ad esempio torniamo all’aeroporto di Montichiari. Dicono sia il terzo per il transito merci dopo Malpensa e Linate; la Provincia ha già sottoscritto un aumento di capitale della società veronese proprietaria; il presidente di quello di Orio ne auspica l’aggancio; la Camera di Commercio approva e sostiene il nuovo corso; una pista lunga lunga permetterà l’atterraggio di più possenti aeromobili; vi sono previsioni di un aumento esponenziale di traffico e, infine, i Comuni sorvolati tacciono. Bene, bene!
Una sola curiosità mia vorrei soddisfare: delle merci che vi atterrano o decollano quale percentuale riguarda la provincia di Brescia e quale il Nordest d’Italia? Ma, se pur la mia curiosità non avesse risposta, giunga da qui un mio augurio di Buon Anno a lei, signor direttore, e a tutti i lettori.
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