▼ Brescia, in via Turati torna la pista ciclabile per “disobbedienza civile”

L'azione è stata compiuta nella notte tra giovedì 14 e venerdì 15 dicembre in via Turati dove per la seconda volta è apparsa una pista ciclabile

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A breve distanza dall’atto di protesta manifestato dagli studenti bresciani in via Balestrieri nei pressi dei licei Leonardo e Copernico, un’altra “azione di disobbedienza civile”, così la definisce in una nota inviata alla stampa chi l’ha messa in pratica, vede protagonisti gli utenti della strada ed in particolar modo coloro che per necessità o piacere utilizzano la bicicletta per spostarsi.

L’azione è stata compiuta nella notte tra giovedì 14 e venerdì 15 dicembre in via Turati dove per la seconda volta è apparsa una “finta” pista ciclabile. La prima volta era accaduto nella notte tra il 13 e il 14 ottobre 2022.

Anche in questo caso si tratta di una provocazione con l’intento di “mandare un messaggio chiaro alla città e a chi la amministra”, invitando dunque la sindaca Laura Castelletti, il vicesindaco e assessore alla mobilità Federico Manzoni e tutta la Giunta a lavorare per mettere in pratica quanto promesso durante la campagna elettorale. Via Turati – ricordano gli organizzatori – è un passaggio cruciale per la mobilità di Brescia ma è una “via pericolosa e insicura, soprattutto per chi si sposta in bicicletta: la carreggiata è molto larga, è sprovvista di cordoli salvagente sugli attraversamenti pedonali, i mezzi motorizzati procedono a velocità oltre i limiti consentiti (50 km/h), il traffico motorizzato è intenso, non esiste nè pista nè corsia ciclabile. Via Turati è un esempio evidente di inadeguate infrastrutture e scarsa cultura ciclabile.”

“Il mancato intervento su quella via favorisce ancora chi si sposta in auto, scrivono i manifestanti. Il messaggio è chiaro: se usi la bici, sei utente di serie B della strada. Eppure la nostra è una delle città più inquinate d’Europa, con un tasso di motorizzazione di 64 auto per 100 abitanti (Milano 49, Barcellona 36, Berlino 33, Parigi 25)”.

“Crediamo, concludono, che la bicicletta sia parte essenziale del cambiamento a beneficio non solo di chi la usa, ma di tutta la comunità. Lo spazio pubblico non è infinito, auspichiamo una città che metta al centro le persone.
Chiediamo quindi che il ring smetta di essere l’autostrada urbana di Brescia ad uso esclusivo delle auto in un’ottica di rigenerazione dello spazio pubblico”.


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