Biodigestore di Carpenedolo, Pollini (M5S): “Fondate le preoccupazioni dei cittadini”

"Preannuncio il deposito di una interrogazione in Consiglio regionale per sapere l’opinione della giunta sul progetto e in generale su quale sia l’approccio sul tanto discusso tema dei biodigestori"

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Sede della Regione Lombardia, foto da Wikipedia

“Ritengo fondate le preoccupazioni del Comitato Impatto Zero Acquafredda Carpenedolo. Preoccupazioni messe nero su bianco in una lettera indirizzata a tutti i Comuni soci della Cbbo, che vorrebbe realizzare un nuovo impianto di produzione di biometano dalla frazione organica dei rifiuti”. A dirlo, in una nota, è il consigliere regionale del M5S Paola Pollini.

“Per costruire basta poco tempo, per ripristinare aree agricole non basta una vita”, scrive il Comitato ai sindaci. “Sulla base di questo sacrosanto principio – aggiunge Pollini – preannuncio il deposito di una interrogazione in Consiglio regionale per sapere l’opinione della giunta sul progetto e in generale su quale sia l’approccio sul tanto discusso tema dei biodigestori. Come già avevo avuto modo di affermare, l’impianto si pone fuori dalla programmazione regionale sui rifiuti, il che sancisce la non necessità di nuova impiantistica per la Forsu. Non solo, da quanto sottolineato dal comitato, nello stesso Documento di indirizzo alla Progettazione”si prevede di realizzare un impianto ‘a intermittenza’, cioè non è previsto il funzionamento in continuo, perché gli stessi Comuni soci non saranno in grado di produrre abbastanza scarto organico per far funzionare l’impianto 24 ore su 24. Questa è la dimostrazione che l’impianto nasce non per fornire un servizio ai cittadini, ma per creare un business prevedendo l’importazione da fuori regione di ulteriori tonnellate di rifiuti. Un classico esempio di finta politica verde, o se preferite di greenwashing”.

“L’impianto – conclude l’esponente pentastellata – verrà realizzato su suolo agricolo vergine, aree che la Provincia classifica come ‘Ambito destinato all’attività agricola di interesse strategico’ e per le quali sarebbe previsto il divieto di cambio di destinazione d’uso. O ancora i rischi per la falda superficiale, rinvenibile a solo un metro di profondità, per non parlare del peggioramento della qualità dell’aria. Prima di progettare faraonici impianti a biometano – chiosa – si ragioni su come dimezzare le emissioni di particolato fine e quindi tutelare la salute dei propri concittadini”.

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