La Brescia-Parma si conferma una delle linee ferroviarie peggiori d’Italia, di sicuro della Lombardia. A ribadirlo sono gli ultimi dati diffusi dal comitato pendolari Sbiancalafreccia, relativi al mese di settembre.
In particolare sulla Brescia-Parma (indicata come modello di inefficienza). Stando a quanto registrato, infatti, qui ben un treno su quattro (anzi di più: il 28% del totale) – nel periodo considerato per l’analisi – è stato cancellato o comunque ha subito ritardi d’orario superiori al quarto d’ora.
Una tendenza che sembra confermare il quadro, davvero a tinte fosche, tracciato dall’ultima ricerca Pendolaria di Legambiente. “Lunga 92 km – si leggeva – la linea gestita da Trenord viene percorsa a soli 46 km/h di media e vede il passaggio di meno di 30 treni giornalieri (neppure un treno l’ora durante l’arco della giornata); il materiale rotabile è tra i più vecchi della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, con infiltrazioni di acqua nei vagoni e costanti ritardi, in special modo per i convogli della mattina e quindi quelli dei pendolari, con soppressioni per guasti e sovraffollamento delle carrozze. Anche molte delle stazioni si trovano in uno stato estremo di degrado”.
Non è andata molto meglio, comunque, su altre linee. Lungo la Bergamo-Milano, ad esempio, i treni ritardatari o cancellati sono stati il 20% (dunque uno su cinque), mentre sulla Verona-Brescia-Milano i convogli che hanno accumulato pesanti ritardi e soppressioni sono stati ben 200 a settembre.