▼ Coldiretti Brescia canta vittoria: giusto lo stop a burger e salsicce fake

Prandini: "“Permettere a dei mix, non solo vegetali, di utilizzare la denominazione di carne significa spesso favorire prodotti ultra-trasformati con ingredienti frutto di procedimenti produttivi molto spinti dei quali, oltretutto, non si conosce nemmeno la provenienza della materia prima"

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Hamburger, foto generica da Pixabay

“Dalla legge approvata definitivamente dal Parlamento arriva anche lo stop all’uso distorto di denominazioni tradizionalmente riferiti a prodotti a base di carne ma composti su base vegetale come prosciutto, burger e salsiccia veg che rappresentano pratiche commerciali sleali i nei confronti dei consumatori”. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento ad uno degli articoli della legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali, seguendo l’esempio francese. Una vicenda di cui hanno parlato tutti i giornali anche per lo scontro (arrivato anche sul piano fisico) avvenuto fuori dal parlamento tra il presidente di Coldiretti, il bresciano Ettore Prandini, e il deputato Benedetto Della Vedova (+Europa).

Con la nuova legge, sottolinea Coldiretti Brescia, “viene infatti previsto che un apposito decreto del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare definisca una lista di denominazioni che, richiamando prodotti vegetali, possano indurre in errore il consumatore. Una esigenza per contrastare gli inganni che sempre più spesso inducono a modificare scelte di acquisto verso prodotti che risultano anche arricchiti con additivi, coadiuvanti e sostanze di sintesi per edulcorare sapori e modificare colori. Vengono in ogni caso fatte salve – precisa la Coldiretti – l’aggiunta di proteine vegetali ai prodotti di origine animale e alle eventuali combinazioni di prodotti che non sono sostitutivi di quelli di origine animale. La violazione del divieto risulta sanzionata sul piano amministrativo anche con la confisca del prodotto e il divieto di accesso a contributi pubblici fino a prevedere la chiusura dello stabilimento”.

“La norma – si legge ancora nel comunicato stampa – è in linea con l’intervento della Corte di Giustizia Europea, che in materia di false attestazioni di denominazioni vegetali, ha dichiarato illegittimo il riferimento al latte per presentare sul mercato prodotti a base di soia.  Secondo la Corte di giustizia europea “i prodotti puramente vegetali non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni, come ‘latte’, ‘crema di latte’ o ‘panna’, ‘burro’, ‘formaggio’ e ‘yogurt’, che il diritto dell’Unione riserva ai prodotti di origine animale” anche se “tali denominazioni siano completate da indicazioni esplicative o descrittive che indicano l’origine vegetale del prodotto in questione. Con la sola eccezione del tradizionale latte di mandorla italiano. Un orientamento fatto proprio in Europa dalla Francia che – sottolinea la Coldiretti – ha già notificato all’Unione Europea il progetto di decreto nazionale senza che ad oggi ci sono state opposizioni degli Stati Membri che hanno tempo fino al 24 novembre. Il decreto francese anticipa quello italiano e prevede di vietare l’utilizzo di alcune denominazioni utilizzate per la carne, per prodotti a base di proteine vegetali, come filetto, controfiletto, costata, lombata, bistecca, scaloppina, grigliata, costolette, prosciutto e altro”.

“Permettere a dei mix, non solo vegetali, di utilizzare la denominazione di carne – conclude il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini – significa infatti spesso favorire prodotti ultra-trasformati con ingredienti frutto di procedimenti produttivi molto spinti dei quali, oltretutto, non si conosce nemmeno la provenienza della materia prima”.


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