Ciclismo, dopo mezzo milione di chilometri in bici il rovatese Davide Martinelli si ritira dalle corse

A 30 anni compiuti, infatti, il rovatese - figlio di Giuseppe Martinelli, ex medaglia d'argento alle Olimpiadi e attuare ds della Astana - ha annunciato la sofferta decisione decisione sulla sua pagina Facebook ufficiale

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Collage fotografico da Davide Martinelli

Il ciclista bresciano Davide Martinelli ha deciso ufficialmente di ritirarsi dalle corse professionistiche. A 30 anni compiuti, infatti, il rovatese – figlio di Giuseppe Martinelli, ex medaglia d’argento alle Olimpiadi e attuare ds della Astana – ha annunciato la sofferta decisione decisione sulla sua pagina Facebook ufficiale.

Davide Martinelli, classe 1993, è diventato professionista dal 2016. Negli anni è stato campione Juniores e, diverse volte, campione italiano Under 23. Ha debuttato tra i prof con la squadra World Tour belga Etixx-Quick Step, vincendo poco dopo anche una tappa del Tour La Provence.  Nel 2016 ha vinto la prima tappa del Tour del Pologne e nel 2017 ha corso per la prima volta il Giro d’Italia.

IL MESSAGGIO D’ADDIO DI DAVIDE MARTINELLI

Nella vita tutto ha un inizio e tutto una fine.
A 6 anni ho cominciato a correre sognando un giorno di poter passare professionista, ho lottato ogni giorno che agganciavo il pedale per riuscirci, ci sono riuscito e devo tutto alla bici. Ho percorso mezzo milione di km in sella e corso più di 1000 gare. Ho raggiunto tutto quello che volevo, dando sempre il massimo. Mi hanno sempre detto “corri in modo che quando deciderai di smettere potrai farlo in serenità e senza rimpianti” e così ho fatto. Ogni giorno mi sono svegliato e ho dato il massimo per la maglia che indossavo. Chi mi conosce sa quello di cui mi sono privato per ogni singolo marginal gain che era possibile cogliere.
Oggi smetto con tante soddisfazioni, qualche vittoria e tanta passione per il ciclismo ancora in corpo, conscio di aver dato tutto quello che avevo per il ciclismo. Ho avuto la fortuna di stare al fianco di grandissimi Campioni, di correre e concludere il Giro d’Italia, il sogno di tutti i bambini italiani che iniziano a correre, e di partecipare a tutte e 5 le classiche monumento! Girare 5 continenti e alzare le braccia al cielo da professionista, anche in una corsa World Tour.
Ho avuto anche la fortuna di poter dire stop perché mi sentivo pronto a farlo. So che per qualcuno sarà una notizia inaspettata, ma non è stata una scelta d’impeto e nemmeno d’istinto. Se sapeste le notti in bianco che ho passato, ho pensato e ripensato per arrivare alla conclusione che smettere di gareggiare è la scelta migliore.
Nessuno me l’ha imposto, e in cuor mio so anche che è un gesto di coraggio.
Ora si chiude un capitolo, ma la vita è un libro e le gare ciclistiche, anche se fino ad ora sono state il mio tutto, non sono l’unica cosa che esiste.
Voglio ringraziare la mia famiglia, la mia fidanzata, i compagni di squadra, i ds, massaggiatori, meccanici, collaboratori vari e i miei manager. Insomma ogni singola persona che almeno una volta ha saputo avere una parola di sostegno o di conforto nei miei confronti. Continua nei commenti.


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