▼ Maxi truffa Bonus facciate: al centro dell’indagine una società bresciana

Ci sarebbe una società bresciana al centro della maxi-truffa scoperta dalla Guardia di Finanza riguardo al cosiddetto “bonus facciate"

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Guaria di Finanza, Brescia
Guardia di Finanza

Ci sarebbe una società bresciana al centro della maxi-truffa scoperta dalla Guardia di Finanza riguardo al cosiddetto “bonus facciate”.

I Finanzieri del Comando Provinciale di Brescia, nell’ambito di un’indagine sul corretto utilizzo dei crediti fiscali relativi ai Bonus facciate, Bonus locazione e Sisma bonus, hanno proceduto, su disposizione della Procura della Repubblica di Brescia, al sequestro di 328.992.400 euro di crediti ritenuti falsi, all’esecuzione di una misura cautelare interdittiva, a varie perquisizioni negli uffici e sedi di società ubicate in Lombardia e Veneto nonché nei confronti di commercialisti nelle province di Brescia, Ferrara e Barletta-Andria-Trani.

Le indagini di polizia giudiziaria, condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Brescia sono nate da una segnalazione, frutto di mirati approfondimenti, da parte dell’Agenzia delle Entrate la quale, sulla base di controlli incrociati, ha individuato una serie di soggetti che avevano immesso nei propri cassetti fiscali crediti d’imposta di dubbia legittimità. La Guardia di Finanza di Brescia ha ricostruito una rete di soggetti che, interagendo sull’intero territorio nazionale, autocertificavano lavori suscettibili di rimborso fiscale, ma in realtà del tutto inesistenti.

In particolare, l’indagato colpito da misura interdittiva avrebbe generato crediti fiscali falsi cedendoli a entità giuridiche compiacenti, alcune delle quali a lui stesso riconducibili, prive di una struttura organizzativa imprenditoriale. Queste società, a loro volta, avrebbero trasferito i crediti falsi a più operatori, consentendo loro di utilizzarli per compensare debiti tributari o monetizzarli (cedendo crediti in cambio di denaro) presso intermediari finanziari, in relazione a opere di edilizia su beni immobili inesistenti. Altri indagati, in concorso tra loro, risultano aver immesso nei cassetti fiscali di società compiacenti, con le stesse caratteristiche di quelle precedenti, crediti fiscali falsi generati da soggetti completamente ignari della commissione di lavori di ristrutturazione presso immobili di loro proprietà, che hanno disconosciuto dinanzi agli investigatori l’esistenza delle opere edilizie.


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