🔴 Truffa al Fisco, 192 milioni sequestrati: 770mila euro erano stati trovati a Palazzolo nel motore di un’auto

Sette le misure cautelari (1 in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 4 destinatari dell'obbligo di dimora), 22 gli indagati

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Foto d'archivio da Carabinieri

Dalle prime ore di oggi (9 febbraio 2023), i Carabinieri del Gruppo Tutela Lavoro e i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano stanno dando esecuzione a 7 misure cautelari (1 in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 4 destinatari dell’obbligo di dimora) nei confronti di soggetti ritenuti membri di una associazione per delinquere finalizzata alla indebita compensazione di crediti tributari e previdenziali inesistenti, alla commissione di reati fiscali, alla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio e all’auto-riciclaggio.

Contestualmente, per i medesimi reati, è in corso di esecuzione un decreto di sequestro preventivo fino a 162.750.973 euro, nonché a 45 perquisizioni nei confronti di 22 indagati.

In particolare, le indagini – avviate nel 2016 a seguito di un accesso ispettivo in un cantiere edile del pavese in materia di vigilanza tecnica, salute nei luoghi di lavoro e legislazione, eseguito dal Nucleo Ispettorato del Lavoro Carabinieri di Pavia – hanno permesso di individuare una serie di società assistite da un unico professionista (dottore commercialista) che, mensilmente, portavano in compensazione i contributi assicurativi e previdenziali relativi alla numerosa manodopera, vantando dei crediti di imposta risultati inesistenti.

Lo sviluppo delle attività investigative – informa una nota – “facevano emergere una vera e propria struttura associativa che si rendeva responsabile della commissione di plurimi reati di: indebita compensazione di debiti previdenziali e assistenziali, per almeno € 59.000.000,
con inesistenti crediti IVA, IRES ed IRAP; reati fiscali per ulteriori € 58.000.000 (dichiarazione infedele, omessa presentazione della dichiarazione IVA, omesso versamento di ritenute e omesso versamento di IVA); bancarotta fraudolenta, con una distrazione complessiva di quasi € 100.000.000 ed un passivo nei confronti dell’Erario quantificato in € 173.000.000; riciclaggio e auto-riciclaggio per importi pari almeno ad € 73.391.430”.

Nello specifico, veniva accertata l’esistenza di “un articolato sistema di frode finalizzato a dissimulare somministrazioni irregolari di manodopera attraverso fittizi contratti di appalto/subappalto e alla sistematica evasione dei relativi oneri fiscali e
previdenziali, mediante il meccanismo della compensazione con crediti di imposta inesistenti, che prevedeva diverse fasi”. La prima era “la creazione di numerose società a responsabilità limitata intestate a prestanome e di fatto, nella maggior parte dei casi, prive di qualsiasi operatività pur avendo un numero consistente di lavoratori dipendenti (anche oltre i 200). Quindi seguivano “la dissimulazione di somministrazioni irregolari di manodopera attraverso fittizi contratti di appalto/subappalto, a favore di società terze” e la  “compensazione degli oneri fiscali (che restavano a carico delle società di comodo) con
crediti d’imposta inesistenti; in tale contesto, qualsiasi azione a tutela dell’Erario esperita dagli organi competenti veniva sistematicamente vanificata dalla sottoposizione alla procedura di liquidazione delle società, promossa dagli organizzatori dell’associazione al
momento della ricezione del primo avviso di accertamento”.  Infine avveniva “il trasferimento su base settimanale del denaro, illecitamente accantonato e distratto con il sistema descritto, delle società artatamente costituite da conti italiani verso conti esteri (soprattutto croati) dai quali, attraverso il sistema dei cd. ‘spalloni’ veniva prelevato in
contanti e reintrodotto sul territorio nazionale”.

Al riguardo, nel corso dell’attività investigativa, il 24 gennaio 2017 erano stati già eseguiti
decreti di perquisizione e sequestro nei confronti di 6 indagati a seguito dei quali, “in
Palazzolo sull’Oglio (BS), veniva intercettata un’autovettura che trasportava contanti per
€ 770.000 occultati nel vano motore, provento dell’attività di riciclaggio, da poco ritirati
da una banca croata e fatti rientrare illegalmente sul territorio nazionale. Uno degli
indagati veniva altresì tratto in arresto in quanto trovato in possesso di due pistole cal. 7,65 con matricole abrase”.


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